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Giovannini: «Sostenibilità al centro delle politiche Ue, ma l’Italia è ancora indietro»

Enrico Giovannini, docente all’Università di Roma "Tor Vergata" e direttore scientifico dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Asvis), condurrà un keynote speech sul tema all’Esg Summit di TopLegal, in programma a Milano mercoledì 18 settembre 2024

04-09-2024

Giovannini: «Sostenibilità al centro delle politiche Ue, ma l’Italia è ancora indietro»

 

di Valentina Magri

 

Lo sviluppo sostenibile e l’Agenda 2030 sono stati assunti come elementi centrali dalla presidenza della Commissione europea di Ursula von der Leyen. L’obiettivo di conseguire gli Sdg (Sustainable development goals) ha guidato esplicitamente il disegno sia della governance della Commissione sia delle politiche europee. «Nessun grande Paese e nessuna area geopolitica al mondo si è data regole così avanzate e coerenti con l’Agenda 2030», chiosa Enrico Giovannini, docente all’Università di Roma "Tor Vergata" e direttore scientifico dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).


Giovannini approfondirà il tema nel suo keynote speech all’interno dell’Esg Summit di TopLegal. L’evento, che si terrà mercoledì 18 settembre 2024 a Milano presso la Sala delle Colonne, è rivolto a direttori legali aziendali e giuristi d’impresa, esperti di compliance, direttori affari societari, responsabili della sostenibilità, responsabili marketing e comunicazione delle aziende. L’Esg Summit è organizzato in collaborazione con Banco Bpm e sostenuto dai supporter Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), Consumers’ Forum, World Energy Council (Wec) Italia, EticaNews e dal sustainability partner Up2You


Giovannini all’Esg Summit affronterà anche il tema delle politiche europee sulla sostenibilità, come il  regolamento sulla tassonomia per gli investimenti sostenibili, la direttiva sulla rendicontazione societaria di sostenibilità, la direttiva europea contro il greenwashing, la direttiva sul dovere di diligenza sui temi della sostenibilità e del rispetto dei diritti umani lungo tutta la filiera da parte delle imprese in capo di queste ultime. «Ciò che accomuna questi diversi interventi è il fatto di prevedere che l’impresa debba farsi carico di valutare l’impatto della propria attività - incluso quello della catena del valore - su diritti umani e ambiente. Ovviamente, questo comporterà maggiori oneri sulle imprese non solo europee, ma anche di quelle che intendono vendere i loro prodotti nell’Unione europea», evidenzia Giovannini.  


Il programma politico 2024-2029 sul quale è stata confermata Ursula von der Leyen nel suo ruolo alla presidenza della Commissione Ue ribadisce la centralità del Green Deal, anche se si riconosce la necessità di investire di più sulla competitività del sistema produttivo europeo. «Il futuro dell’Unione dipenderà soprattutto dalla sua capacità di investire ingenti risorse per innovare a tutto campo nella direzione delle transizioni ecologica e digitale, della formazione e della ricerca, della competitività del sistema economico, oltre che del superamento delle disuguaglianze e della realizzazione del pilastro europeo dei diritti sociali», afferma Giovannini.


In Italia, la situazione sul fronte dello sviluppo sostenibile è ben diversa da quella europea. Gli indicatori compositi elaborati dall’Asvis mostrano peggioramenti rispetto al 2010 per la povertà (oal 1), i sistemi idrici e igienico-sanitari (Goal 6), la qualità degli ecosistemi terrestri e marini (Goal 14 e 15), la governance (Goal 16) e la partnership (Goal 17); una sostanziale stabilità per gli aspetti legati al cibo (Goal 2), alle disuguaglianze (Goal 10) e alle città sostenibili (Goal 11); miglioramenti molto contenuti (inferiori al 10% in 12 anni) per sei obiettivi (istruzione, parità di genere, energia rinnovabile, lavoro dignitoso, innovazione e infrastrutture, lotta al cambiamento climatico) e aumenti di poco superiori per due (salute ed economia circolare).  «In termini di disuguaglianze territoriali, sui 14 Goal per cui sono disponibili dati regionali solo per due (10 e 16) si evidenzia una loro riduzione, per tre (2, 9 e 12) una stabilità e per i restanti nove un aumento, in contraddizione con il principio chiave dell’Agenda 2030 di non lasciare nessuno indietro», evidenzia Giovannini. 


Nel frattempo, in Usa la sostenibilità pare passata di moda, almeno nelle decisioni delle grandi società finanziarie. Secondo alcuni osservatori, il raffreddamento di alcuni investitori sulle tematiche Esg sarebbe frutto dell’aumento dei tassi d’interesse e delle incertezze politiche legate alle prossime elezioni, per cui si potrebbe osservare una nuova inversione di tendenza con una politica monetaria più accomodante e la vittoria di Kamala Harris, mentre l’elezione di Donald Trump rafforzerebbe le tendenze attuali. In merito, Giovannini ricorda che i massicci investimenti previsti dall’Inflation Reduction Act di Biden stanno comunque incidendo sulle scelte a favore della sostenibilità di tante imprese e all’uso di energie rinnovabili. «Credo che il sentiero verso la decarbonizzazione e la transizione ecologica sia tracciato, negli Stati Uniti e nel resto del mondo, anche per motivi geostrategici ed economici, nonché per la crescente attenzione dei consumatori/risparmiatori/investitori a queste tematiche, soprattutto da parte di quelli appartenenti alle giovani generazioni», ha concluso Giovannini.

 

Enrico Giovannini sarà relatore all’Esg Summit di TopLegal. Clicca qui per iscriverti gratuitamente all'evento


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