Non è raro che gli avvocati entrino a far parte del board di grandi imprese. Novità degli ultimi mesi è invece la chiamata dei professionisti legal a occupare le poltrone che contano nelle principali aziende pubbliche. Siamo nel mezzo del difficile ricambio manageriale ora che il paese è ancora nella fase 1 dell’emergenza pandemica del covid19. L’Italia si trova all’inizio di quello che può essere considerato un periodo di transizione verso un nuovo scenario politico-economico post-globalizzazione. E il Palazzo per districarsi tra le complessità di questa particolare fase è tornato ad attingere dal mondo degli esperti, professionisti e docenti universitari.
Tra questi, i legal advisor, forse, sono ancora percepiti dalla politica e dalle grandi imprese come coloro che meglio di altri sono in grado di identificare i rischi cui può andare incontro il top management, portando stimoli e suggerimenti per il business, soprattutto in situazioni critiche. Per uno studio, inoltre, contare su un proprio uomo nei posti chiave delle imprese statali può rappresentare un’opportunità, anche se non mancano i rischi, sia per l'insorgere di potenziali conflitti di interesse sia per il possibile impatto delle vicende stesse dell'azienda pubblica sul business dell'insegna.
La conferma di questo trend proviene dalle ultime nomine a indirizzo politico, con sei avvocati inseriti nelle liste dei candidati indicati dal Mef per i Cda delle quattro principali imprese a partecipazione pubblica nei prossimi tre anni: Eni, Enel, Poste italiane e Leonardo. Le nomine saranno deliberate con il voto nelle assemblee degli azionisti, che si riuniranno a porte chiuse da metà maggio.
In particolare, come ricostruito dai principali quotidiani, è la compagine grillina a mostrare una forte attrazione per le competenze esterne, e quindi anche per i professionisti dal mondo legal. Del resto, è stato proprio il M5S a portare nel 2018 a Palazzo Chigi, in un periodo emergenziale per la politica italiana, un premier proveniente dal mondo dell’avvocatura ed estraneo fino ad allora al Palazzo: Giuseppe Conte.
Conte nei prossimi mesi non sarà l’unico avvocato a occupare posti chiave nel Paese. In Eni, al posto del presidente uscente Emma Marcegaglia, manager dell’omonimo gruppo dell’acciaio, il M5S, partito di maggioranza di governo, ha insistito per chiamare Lucia Calvosa, docente di diritto commerciale all’università di Pisa. Titolare dell’omonimo studio, è membro dal 2014 del cda della Società editoriale il Fatto, editrice del Fatto Quotidiano, ed è stata nei cda di Telecom Italia e Banca Mps. Fa parte anche del collegio sindacale di UniQLegal, iniziativa nata da una partnership strategica tra Unicredit, La Scala e Nctm. Nel board di Eni il Mef ha indicato anche Ada Lucia De Cesaris, amministrativista e partner di Ammlex, ex assessore all’urbanistica e vicesindaco del Comune di Milano nella giunta di Giuliano Pisapia.
Al posto di Patrizia Grieco, manager promossa alla presidenza Mps, per la poltrona di presidente di Enel sempre il M5S ha indicato Michele Crisostomo, socio di Rccd. Crisostomo è specializzato in diritto bancario. È stato consulente di Banca Popolare di Bari, di Mps e membro del cda di Ansaldo Sts, prima del passaggio a Hitachi. Nel Cda di Leonardo c'è Maurizio Pinnarò, partner di Bdl, mentre nel board di Poste Italiane il Mef ha indicato uno dei professionisti in house più influenti nel settore bancario, Elisabetta Lunati, per quasi vent’anni, fino a ottobre 2019, general counsel di Intesa Sanpaolo.
Per il Cda di Poste è indicato anche un altro avvocato, Bernardo De Stasio, titolare dell’omonimo studio a Roma e membro della commissione nazionale di garanzia del Pd. Per l'Enav, la società che gestisce il traffico aereo civile in Italia, il presidente indicato è Francesca Isgrò, partner di Orrick e già nel cda di Poste, dove era entrata nel 2017 nominata dal governo Gentiloni. Stefano Simontacchi, presidente di BonelliErede, è stato chiamato invece a far parte della squadra di esperti in materia economica e sociale, coordinata dall’ex a.d. di Vodafone Italia Vittorio Colao e incaricata dal governo di studiare le ricette per uscire dalla crisi determinata dall’emergenza del coronavirus.
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