Sharm El Sheik è pressoché deserta anche se i voli per la "Las Vegas" del Sinai sono stati ripristinati. Ma vista dall'Italia, la crisi egiziana e il passaggio al nuovo establishment non tiene sulle spine solo il settore del turismo. In bilico ci sono 4 miliardi di investimenti italiani, nel comparto del petrolio, delle costruzioni, del tessile e dell'agroalimentare. E circa 5 miliardi solo nel settore dell'import-export fra i due Paesi «tra i quali corre una profonda amicizia», ci tiene a sottolineare il console generale d'Egitto Amr Abbas, che parla a TopLegal mentre la diplomazia dei due Paesi è in fermento e in Egitto le carte in tavola ai vertici del governo cambiano di ora in ora (l'ultimo provvedimento contro l'ex presidente Hosni Mubarak è il congelamento dei suoi beni e il divieto di espatrio).
Cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi mesi? Il business tra Italia ed Egitto riprenderà?
Tutto è in divenire, ma è certo che l'Egitto è un paese dalle istituzioni solide e che i rapporti con l'Italia sono sempre stati profondi e proficui. Ne è dimostrazione il fatto che durante la Bit, tutti gli operatori hanno deciso di riportare i loro voli al Cairo e nel Mar Rosso. Le nostre istituzioni, d'altro canto sono stabili, la nostra costituzione risale al 1923 e la rivoluzione del 25 gennaio è stata appoggiata dall'esercito. Ciò significa che la trasformazione sarà pacifica.
In che modo si normalizzerà la situazione politica del Paese?
Sono già stati definiti sei emendamenti alla Costituzione per preparare le elezioni del Parlamento e del nuovo presidente. In sostanza per organizzare elezioni trasparenti e democratiche, sotto la supervisione di un'istituzione giuridica. Fra due mesi, in Aprile, avremo un plebiscito popolare che deciderà su questi emendamenti. In giugno avremo le selezioni del parlamento e in agosto avremo un nuovo presidente, sempre se tutto va bene.
Qual è il ruolo dei diplomatici in questo momento?
Innanzitutto quello che è sempre stato: assistere in tutte le loro esigenze i cittadini egiziani presenti in Italia (solo in Lombardia sono 80mila ndr). Inoltre come diplomatici, lavoriamo per l'Egitto e per il governo egiziano che in questo periodo vedrà forti cambiamenti. In ogni caso, possono cambiare i volti, alcuni ministri che hanno commesso delitti andranno davanti ai giudici, ma le istituzioni rimangono. Consideri che il ministero degli Esteri è un ministero di sovranità insieme a quello della Difesa, degli Interni e della Giustizia. Ciò significa che può cambiare il gabinetto politico, ma l'istituzione non cambia. Questo è un forte sintomo di stabilità del Paese.