L’Ecofin lo scorso 13 luglio ha dato il via libera ai Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) di dodici paesi Ue. Tra questi, l’Italia. Questa estate è previsto l’arrivo della prima tranche da 23 miliardi dei 191,5 miliardi di euro che saranno messi a disposizione del nostro Paese, tra prestiti e sovvenzioni a fondo perduto da impiegare fino al 2026. L’obiettivo è supportare gli Stati membri della Ue nell’attuazione delle riforme strutturali di cui hanno bisogno, evitando finanziamenti a pioggia. Roma, per ottenere le somme, si è impegnata a realizzare entro dicembre una serie di riforme: giustizia, pubblica amministrazione, una legge sulle insolvenze aziendali, un nuovo regolamento per gli appalti pubblici e un nuovo sistema di incentivi per l’energia.
In particolare, l’intera materia dei contratti pubblici sarà plasmata sulla base di recenti norme che includono clausole ambientali e sociali, digitalizzazione e innovazione tecnologica. Il Decreto semplificazioni bis, inoltre, ha previsto una disciplina volta alla semplificazione e alla velocizzazione degli affidamenti per gli interventi pubblici connessi al Pnrr. Le nuove norme avranno un impatto radicale nell’organizzazione delle imprese, con l’obiettivo di generare un “circolo virtuoso” tra pubblico e privato che dovrebbe sostenere la domanda di consulenza legale per adeguare rapidamente e radicalmente le organizzazioni aziendali, anche dal punto di vista digitale.
In questo contesto, sarà compito degli advisor legali inoltre segnalare strategicamente alle imprese l’applicazione di procedure negoziate, l’impiego di sistemi dinamici di acquisizione, il ricorso ad accordi quadro. Un focus particolare meriterà il contenzioso sulle procedure di gara e sulle illegittime aggiudicazioni, considerando le norme processuali accelerate per consolidare l’esito dell’aggiudicazione e la definitiva stipula dei contratti.
Sul piano organizzativo il Governo, infatti, intende procedere a una ridefinizione delle stazioni appaltanti qualificate, potenziando la qualificazione e specializzazione del personale del settore, per determinare migliori esiti in termini di temi, qualità dei risultati e riduzione dei rischi di contenziosi. Tra le dorsali della riforma del processo civile, si ricorda invece un più ampio ricorso agli Alternative dispute resolution quali strumenti di una giustizia preventiva e consensuale, a fianco di interventi per migliorare la gestione della fase istruttoria, del processo esecutivo e dei procedimenti speciali.
Sul fronte degli Npe, infine, i recenti interventi normativi mirano infine a rendere più semplice l’avvio dell’esecuzione, a ridurre i termini per il deposito della certificazione ipocatastale, a potenziare lo strumento della delega nelle esecuzioni immobiliari e a introdurre nuove forme di cessione dei beni pignorati.
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