GLI STUDI ASSOCIATI RESTANO IN ATTESA DI UNA RIFORMA

20-11-2009

GLI STUDI ASSOCIATI RESTANO IN ATTESA DI UNA RIFORMA

In relazione al disegno di riforma della professione forense licenziato dal Senato, l'Asla – Associazione Studi Legali Associati, ha preso atto del mancato recepimento dei due emendamenti da essa presentati e relativi alla possibilità di utilizzare acronimi o nomi di fantasia nella denominazione degli studi e per prevedere l’estensione alle società tra avvocati e alle associazioni professionali della legittimazione ad agire per il pagamento delle proprie parcelle ma soprattutto considerare le stesse quali crediti privilegiati in ambito concorsuale. Il primo emendamento – che supererebbe finalmente una famigerata norma del 1939 derivante dalle leggi razziali ‐ è soprattutto dettato dal buon senso e dal rendere coerente il diritto al fatto. Commenta l’avvocato Giovanni Lega, presidente Asla: «Evidentemente siamo rimasti al 1939. Se uno studio associato conta numerosi soci come dovrà chiamarsi domani? Sarà costretto ad elencare i cognomi di tutti i soci utilizzando due o tre fogli di carta intestata solo per questo scopo? Che ne sarà di quelle denominazioni che oggi utilizzano un acronimo o un nome di fantasia e che nel corso degli anni e con notevoli investimenti sono divenute dei veri e propri brand riconosciuti sul mercato? Si vuole quindi che l’avviamento e l’organizzazione sviluppati in decenni di attività non possano perpetuarsi nel tempo? Anche il secondo emendamento ci pare ragionevole. Dato che le parcelle degli studi associati sono emesse a nome dell’associazione e non del singolo professionista, perché non estendere la stessa tutela spettante agli avvocati individualmente?».
Infine, Asla rileva nel testo licenziato il divieto assoluto della forma di società di capitali. Fatto salvo che questa è materia oggettivamente delicata che necessita di seri approfondimenti, il prevederne l’espresso divieto ci sembra rappresenti un’inutile e prematura chiusura. «Considerando che in altri paesi i soci di capitale sono – o stanno per diventare – una concreta realtà, riteniamo che alla nostra professione gioverebbe, ben più che un atteggiamento di totale preclusione – una seria e serena analisi di questa materia».


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