Dla Piper ha assistito Gori spa, gestore unico dei Servizi Idrici Integrati (SII) in una zona della Regione Campania (A.T.O. n.3) comprendente circa 1,5 milioni di cittadini, nel ricorso in appello alla Quarta Sezione del Consiglio di Stato. Per Dla hanno agito il partner Francesco Cerasi (in foto) e il senior counsel Fabio Elefante, in collaborazione con l'in house Mario Percuoco.
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato da Gori per la riforma della sentenza n. 6003/2011 del Tar Campania che aveva condannato la società al pagamento di oltre 5,5 milioni di euro a favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Commissario delegato emergenza bacino idrografico fiume Sarno, quale prima tranche di una complessiva somma pari a circa 38 milioni.
A seguito della sentenza n. 335 del 2008 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell’art. 14 L. n. 36/1994 e dell’art. 155 D.Lgs. n. 152/2006, i gestori dei SII non dovranno pagare la quota della tariffa riferita al servizio di depurazione delle acque di scarico nel caso il loro servizio sia sospeso o inesistente.
Nel caso particolare, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso ritenendo che il Protocollo stipulato tra il Commissario delegato per l’emergenza Sarno e Gori – che prevedeva la partecipazione finanziaria di quest'ultima (dal valore di 48 milioni) per la realizzazione delle opere fognarie nel bacino del Sarno – debba essere considerato risolto ope legis in conseguenza dei mancati introiti di Gori.
Gori è una società mista pubblico-privata la cui partecipazione di maggioranza è del consorzio tra i 76 comuni ricadenti nel medesimo A.T.O. n. 3 (Ente d’Ambito) e la partecipazione di minoranza è di Acea, socio industriale con mandato di gestione.
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