Il decreto che ha introdotto la dichiarazione non financial (Dlgs 254/2016) ha dato l’abbrivio a una «mutazione» del dibattito sulla governance aziendale. L’aumento dell’interesse delle società è visibile nel lavoro di una ridefinizione Esg (Environmental, social and governance) della governance ma, in alcuni casi, si coglie ancora la percezione di un esercizio di compliance più che di un approccio strategico. Ancora vivo il dibattito sul ruolo dei comitati sostenibilità nella definizione del governo societario.
Queste e altre considerazioni sono emerse dalla riflessione che ha accompagnato la presentazione dei dati dell’Integrated Governance Index 2018 nella cornice di palazzo Turati, a Milano, il 19 giugno scorso nel corso della Integrated Governance Conference, promossa da TopLegal ed ETicaNews con il supporto di Dentons, e Gianni Origoni Grippo Cappelli e Bmo Global Asset Management in qualità di partner dell’evento.
I lavori (di cui si darà ampio resoconto nel prossimo numero di TopLegal Review) sono stati aperti dall’introduzione del Commissario Consob Anna Genovese e dai saluti di presentazione di Stefano Speroni, partner Dentons. Oltre alle ricerche parte dell’Osservatorio sulla Governance integrata (lanciato da TopLegal ed ETicaNews con il supporto scientifico di Nedcommunity, Methodos, Morrow Sodali a cui quest’anno ha partecipato anche l’Andaf), due le tavole rotonde protagoniste della mattinata: “Best practice e nuove sfide per il governo degli Esg” e “Dagli Esg agli investitori” (vedi tutti i relatori).
In particolare, Antonella Brambilla, partner corporate equity capital market di Dentons ha posto l’accento sull’importanza della “trasparenza”: le società si stanno ancora attrezzando per far diventare rilevanti le tematiche Esg nella struttura di corporate governance ma l’adozione di buone pratiche da parte delle società quotate sarà uno stimolo per una maggiore trasparenza anche per le non quotate che vedranno in questo elemento un valore aggiunto in grado di consentire un maggiore accesso ai capitali e un vantaggio sia con gli stakeholder sia con la finanza. Il processo però è ancora in fase di definizione e spesso viene colto ancora come un obbligo da adempiere, mentre è necessaria una evoluzione culturale dell’intero Paese.
L’intervento di Stefano Cacchi Pessani, partner e membro del focus team corporate governance BonelliErede, ha preso spunto dal numero di comitati sostenibilità (21 su 47 società che hanno risposto al questionario dell’Index): un dato che fotografa una fase ancora di transizione, dove il tema della responsabilità sociale, che prima veniva vissuto come un corpo estraneo nei processi di governance, si sta spostando verso i temi del governo societario. Si tratta di un punto chiave, perché i comitati non soltanto verticalizzano una funzione richiesta anche dalla normativa, contribuendo, così, alla riduzione del «fattore tempo» (ossia il tempo dedicato a ogni tematica seguita dal consiglio), ma aprono anche un interrogativo: quello delle skill, ossia delle competenze. E le modalità con cui le società decideranno quali persone destinare in cda al presidio di tali tematiche.
Allo stesso tempo gli Esg aprono grandi opportunità per private equity, fondi pensione e investitori attivi. Ha portato la testimonianza di Bmo Global Asset Management, parte della canadese Bank of Montreal, Kalina Lazarova, analista specializzata in governance and sustainable investment, che ha sottolineato come le forme di active ownership siano diverse, ma anche come in generale il coinvolgimento di queste figure sia in aumento. Lazarova ha spiegato l’importanza di azionisti e investitori nell'accompagnare le aziende sulla strada della sostenibilità. Il mondo imprenditoriale sembra aver iniziato a recepire il messaggio anche in Italia. Gabriele Arcuri, partner di Gianni Origoni Grippo Cappelli, ha ricordato come alla recente assemblea dei giovani di Confindustria il presidente Alessio Rossi abbia esortato a fare la Dnf anche le aziende che non sono obbligate. Inoltre, Arcuri ha sottolineato come, sempre di recente, per la prima volta in una due diligence dello studio è stata inserita una sezione sugli Esg, che è stata richiesta espressamente da un fondo straniero di private equity impegnato nell’acquisizione di un gruppo assicurativo. La sfida è che ancora oggi di Esg si parla più nelle grandi che nelle medie aziende. In particolare, più nelle quotate e in quelle società dove l’integrazione dei temi della sostenibilità serve anche a ridurre i rischi reputazionali.
Sul numero di agosto/settembre di TopLegal Review il resoconto completo dell’Integrated Governance Conference 2018. Vai al sito www.integratedgovernance.it
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