Sostenibilità

Governance integrata, svolta culturale

Livia Piermattei, managing partner di Methodos, spiega perché l’Italia è ora tra i Paesi più avanti per gli studi scientifici sull’integrated governance

09-03-2016

Il primo osservatorio sull’Integrated governance lanciato a inizio febbraio da TopLegal e ETicaNews, con i partner scientifici Nedcommunity, Methodos e Sodali, rappresenta il primo studio pilota per capire a che punto sono le società italiane quando si parla di governance per la sostenibilità nel lungo periodo. L’indice della governance integrata (Igi), elaborato in coerenza con le indicazioni delle organizzazioni internazionali, ha la caratteristica peculiare di essere basato su tre pilastri ed è pensato per essere replicato in futuro anche in altri Paesi.

Secondo Livia Piermattei, managing partner di Methodos e membro del comitato scientifico di Nedcommunity, l’indice è stato costruito in particolare per renderlo uno strumento utile nella relazione con gli investitori istituzionali. «Le coordinate in cui le aziende si muovono sono cambiate. Dal punto di vista del valore azionario, la componente economico finanziaria è sempre meno determinante». Infatti, il peso delle componenti intangibili sono arrivate a contare per l'80% dell'azione. Perciò «integrare nella cultura, nei processi decisionali e nei sistemi di governance considerazioni sulle diverse forme di capitale (umano, sociale e relazionale, ambientale, intellettuale, oltreché finanziario e manifatturiero) e le loro ricadute sul sistema degli stakeholder è fondamentale per programmare una strategia di azioni che consenta all’azienda di sopravvivere e prosperare nel lungo periodo».

La governance infatti è solo la conseguenza di un processo decisionale che pensa in modo integrato considerando le ricadute su tutte le forme di capitale: «l’evoluzione del sistema verso una governance integrata è un processo di trasformazione culturale».

Sempre secondo Piermattei, «dal punto di vista del cambiamento e dei processi decisionali, il primo passo è rappresentato dalla costruzione di consapevolezza», seguito dalla messa in pratica e poi da un engagement naturale per muoversi più consapevolmente in un contesto modificato. «Il tema è prima di tutto quello di un cambiamento di cultura e comportamenti oltre che dell’infrastruttura di governance». Costruire una ricerca per l'Igi e raccontare i risultati in un convegno scientifico (previsto in Borsa il 24 maggio), è quindi il primo passo per generare consapevolezza nelle varie comunità di riferimento: investitori, aziende, consiglieri indipendenti.

A questo scopo è stato definito un osservatorio coerente con le indicazioni delle organizzazioni internazionali in merito a strategia e bilancio integrato. L’osservatorio, infatti, è stato ideato prendendo come fonte di riferimento le indicazioni dello studio “Integrated Governance: A new model of governance for sustainability” pubblicato da Unep Finance Initiative. In questo studio sono descritti i suoi vari passaggi evolutivi e la governance integrata è trattata sia dal punto di vista delle infrastrutture che della cultura e di comportamenti nel Cda. «Come lo stesso Unep-FI precisa, non è una formulazione completa ma un primo passo di un percorso di acquisizione e creazione di consapevolezza su questo tema. Noi crediamo di aver sviluppato un modello di ricerca che si può sviluppare bene in quel contesto» spiega Piermattei.

A partire dalle segnalazioni Unep-FI sono stati realizzati i tre questionari che compongono la ricerca Igi: quello rivolto alle aziende Fitse-Mib, un secondo rivolto agli amministratori non esecutivi e indipendenti, infine un terzo dedicato agli investitori. Secondo Piermattei, «i tre questionari verranno letti “a specchio” per confrontare risposte delle aziende, con quelle degli indipendenti, e quelle degli investitori e costruire così un “Osservatorio” completo sul tema dell’integrated governance».

In particolare, il questionario sulle aziende Ftse Mib relativo alla prima ricerca (l’Igi quantitativo) è stato focalizzato sull’infrastruttura e sui processi di governance delle aziende. Il questionario rivolto agli amministratori non esecutivi è incentrato su comportamenti e cultura nei consigli di amministrazione; quello rivolto agli investitori intende rilevare il percepito degli investitori sul grado di maturità delle Ftse Mib rispetto all’integrated governance.

Il questionario per le aziende è stato inviato ai general counsel con l'invito di attivare un approccio integrato. «Su ciascuna tematica deve essere attivato il responsabile. Per esempio, sul capitale umano deve essere attivato il responsabile Hr, sul capitale ambientale deve essere attivata la filiera supply chain e prodotti, sul capitale intellettuale chi si occupa di innovazione di prodotto e servizi, sulle diverse modalità di disclosure agli stakeholder, il responsabile comunicazione». Il coinvolgimento delle diverse figure chiave in azienda è già un primo risultato di generazione di consapevolezza sulla trasversalità di impatto che l’integrated governance ha in azienda e su quanto tutti possono contribuire a un “buon governo” dell’organizzazione.

L’Italia su questi temi si sta muovendo in modo più dinamico a livello di ricerche e linee guida (dal gruppo di lavoro di Nedcommunity, all’Handbook sull’Integrated Thinking che, promosso dal Network Italiano Business Reporting, verrà presentato a fine marzo). «Ma se siamo così avanti sulle linee guida, questo osservatorio ci aiuta a capire se lo siamo anche nella pratica, abbinando un’analisi sulle infrastrutture a quella sulla cultura. È uno studio pilota pensato per essere replicato in futuro anche in altri Paesi».

Infine l’indice sarà rilevante nell'inquadrare il rapporto con gli investitori istituzionali. «L’osservatorio, e i suoi risultati sul fronte di quello che avviene nella pratica, è importante per far capire in quale modo l’Italia si sta muovendo su questi temi in un momento in cui gli investitori istituzionali hanno un forte livello di attenzione sulle strategie di lungo periodo e la governance integrata e allo stesso tempo stanno significativamente incrementando la loro esposizione sull’Italia».


La versione integrale dell'intervista a Livia Piermattei è stata pubblicata da ETicaNews in data 9 marzo 2016




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