A cura di Marco De Bernardin, Associate Managing Director e Head of Forensic Investigations and Intelligence practice in Italia e Giulia Schiavulli, Manager Forensic Investigations and Intelligence practice
L’ambizioso piano dell’Unione Europea (European Green Deal) per il contrasto ai cambiamenti climatici, che guarda a un orizzonte temporale di breve – medio periodo (2030-2050), ha iniziato da diverso tempo e continuerà nell’arco dei prossimi anni ad avere un impatto strategico in Italia sugli investimenti nel settore delle energie rinnovabili da parte di operatori industriali e fondi d’investimento nazionali e internazionali.
I recenti cambiamenti normativi entrati in vigore nel 2022, come la semplificazione delle procedure di Valutazione d’Impatto Ambientale e dell’iter burocratico connesso alle autorizzazioni, sembrano essere destinati a fornire un ulteriore slancio a richieste autorizzative, all’avvio di nuovi progetti e all’accelerazione di quelli in via di sviluppo.
Basti pensare che, solo nel 2022, le Commissioni tecniche VIA-VAS e PNRR-PNIEC, hanno autorizzato 7,1 GW di nuovi impianti rinnovabili in Italia, cifra destinata a salire nel 2023. L’attuale boom della cosiddetta energia verde sarà dunque sinonimo di un ulteriore arrivo di ingenti capitali in Italia.
I potenziali rischi degli investimenti nel settore delle rinnovabili in Italia
Ma a quali potenziali rischi va incontro e su quali aspetti dovrebbe riflettere un operatore che si trova oggi a considerare un investimento in Italia in questo settore?
Non è infatti una novità che il settore abbia rappresentato in più occasioni un punto di accesso per l’infiltrazione della criminalità organizzata o abbia attirato soggetti controversi. Si pensi anche, ad esempio, al rischio di connessioni politiche poco trasparenti, rapporti con organizzazioni criminali locali, business partners controversi, o alla presenza di potenziali conflitti d’interesse o criticità sulla concessione delle autorizzazioni legate al progetto, nonché al track record, in taluni casi assente o non corroborabile, di alcuni operatori nel settore.
Di contro, è aumentata la sensibilità degli investitori nei confronti dei rischi di varia natura legati a queste operazioni. Non da ultimo, hanno pesato le diverse inchieste giudiziarie, anche di rilevanza nazionale, che hanno posto il settore sotto la lente di ingrandimento dell’opinione pubblica e delle autorità di vigilanza preposte a vario livello.
La necessità di proteggere il progetto dalle varie tipologie di rischi in tutte le sue fasi
Il tema delle controparti con le quali s’interfaccerà l’investitore resta un tema di estrema attualità. Dallo sviluppatore del progetto, ai proprietari dei diritti sui terreni sui quali insisterà l’impianto, fino agli intermediari e professionisti locali, conoscere le proprie controparti permette da un lato di mitigare i rischi reputazionali, dall’altro di avere un quadro informativo che permetta di gestire l’insorgere di rischi legali e operativi.
È però sufficiente preoccuparsi unicamente di chi sia la propria controparte?
Se da un lato, effettuare questo tipo di controllo preventivo permette all’investitore di strutturare l’operazione mitigandone i rischi (o di optare per altre opportunità), l’attuale mercato richiede sempre maggiore attenzione alla tutela a 360 gradi del progetto. Ciò suggerisce che non è più sufficiente fermarsi alle fasi preliminari, ma il progetto necessita di una costante attenzione anche durante la fase concreta di realizzazione e, di conseguenza, una volta che l’impianto sarà costruito.
Tre sono gli aspetti principali che entrano in gioco:
1. La sicurezza fisica e logica dell’impianto, per prevenire attività dolose o attacchi all’integrità stessa dell’asset.
2. Il rapporto con il territorio: esistono degli attori a livello locale che hanno interesse nell’ostacolare attivamente il progetto? Potrebbe trattarsi di azioni isolate o di un disegno più complesso?
3. Una volta avviata la costruzione dell’impianto, qual è il grado di conoscenza dei fornitori a livello locale? Come sono stati selezionati?
Partendo da questi spunti, e in virtù della sempre crescente strategicità del settore in Italia, nasce l’esigenza di guardare ai potenziali rischi attraverso tutte le fasi del progetto (dalla fase di studio, sviluppo, costruzione e avvio dell’impianto), in modo da mitigare e intervenire su quegli aspetti che potrebbero impattare sulla riuscita dell’investimento.
Maggiore sarà la portata del progetto o l’impatto sul territorio, più diventa fondamentale adottare questo tipo di logica. È bene tuttavia tenere a mente che le problematiche reputazionali sono indipendenti dalla portata del progetto, e la protezione dell’investimento parte proprio dal non sottovalutare alcun dettaglio e trasformare i rischi in opportunità.