Grimaldi, dopo Rulli arrivano due nuove sedi

Forte di un 2015 in crescita su tutti i fronti - con 30 milioni di fatturato (contro i 24 del 2014) e 16 milioni di utile - per Grimaldi è giunta l'ora di nuovi investimenti. Era stato lo stesso managing partner Francesco Sciaudone (in foto a destra) ad annunciarlo sulle pagine di TopLegal lo scorso aprile. Come anticipato da Sciaudone in quell'occasione, lo studio stava chiudendo gli accordi per l'apertura di nuovi uffici sia in Italia sia all'estero. E adesso gli accordi sono stati definiti. L'ufficializzazione delle nuove aperture dovrebbe avvenire dopo l'estate ma Vittorio Grimaldi (in foto a sinistra) e Francesco Sciaudone in un'intervista congiunta rilasciata a TopLegal hanno annunciato l'imminente apertura a Lugano e Bari, dove si trovava lo stesso Grimaldi nei giorni scorsi per mettere a punto gli ultimi dettagli.

«Per un certo periodo avevamo intrapreso la strada della boutique, ma ci siamo presto accorti che la globalizzazione richiede delle dimensioni maggiori. Da cui il passaggio da boutique a full-service e gli investimenti alla ricerca di una dimensione internazionale», commentano i due partner, definendo il modello del loro studio un «ibrido, in cui le dimensioni e la struttura di un full-service si incrociano con alcune practice gestite in formato boutique come l'antitrust». L'obiettivo, spiegano, è quello di non avere un unico modello, ma di creare una struttura che possa adattarsi alle esigenze delle diverse practice e dei mercati in cui opera.  

Grimaldi e Sciaudone aggiungono, poi, alcune specifiche sul posizionamento e il business delle due nuove sedi e dei futuri investimenti che intende fare lo studio, che già punta alle «ricche province del Centro Italia specializzate in biomedicale e sanità». L'obiettivo, precisano, non è quello di colonizzare il mercato italiano per posizionare nuove bandierine sulla cartina, ma di «aggregare professionisti che conoscono bene le esigenze locali in modo da garantire un posizionamento bilanciato ed equilibrato che non intacchi la credibilità del brand Grimaldi poiché la credibilità è l'asset principale che uno studio può vendere».

Con occhio alle imminenti aperture, Lugano - spiegano - è stata scelta perché sta diventando una piazza sempre più importante per il business tax, il regulatory bancario e per lo spostamento in Svizzera di numerosi imprenditori italiani. «Per il family office Lugano sta diventando ciò che era Londra. In più c'è una forte presenza del settore regolamentare in cui lo studio ha già investito con l'apertura a Bruxelles», spiega Sciaudone, evidenziando la crescita della sede. Lo studio, proprio grazie alla presenza di un ufficio a Bruxelles e ai proficui rapporti con le istituzioni comunitarie, ha infatti effettuato una revisione globale della legislazione europea sul trasporto stradale commerciale. 

Diverso, invece, il business di cui si occuperà la sede pugliese. Già presenti sul territorio con un mandato importante - hanno affiancato i turchi di Erdemir nella valutazione di una possibile acquisizione di Ilva, il colosso siderurgico in amministrazione straordinaria - i soci di Grimaldi scommettono sulla Puglia per il business dell'energy e del real estate.

Proprio per rafforzare il real estate, è del 6 luglio l'annuncio dell'arrivo in studio dell'head of real estate di Clifford Chance, Paolo Rulli, e della counsel Ivana Magistrelli. Clifford Chance, d'altronde, è un nome ben noto allo studio. Nel corso del 2015, infatti, aveva fatto il suo ingresso in qualità di equity Michael Bray, per anni Ceo dello studio magic circle e oggi a capo della sede di Londra di Grimaldi, aperta nel maggio 2014, che conta già dieci professionisti, di cui tre partner: Fabio Pizzoccheri, in precedenza partner di Ashurst; Riccardo Sallustio, proveniente da BonelliErede; e Bray, che era stato uno dei fautori nel 1993 di una possibile fusione tra Grimaldi e Clifford Chance. Lo stesso Bray, oltre a essere responsabile della sede di Londra, fa anche parte del comitato esecutivo dello studio, presieduto da Vittorio Grimaldi, che è composto da Francesco Sciaudone, Angelo Zambelli e Davide Contini.

Con occhio alla compagine, nel corso del 2015 oltre ai già citati ingressi di Bray e Sallustio, Grimaldi ha accolto nella partnership Giovanni Bocciardo, proveniente da Ughi e Nunziante, Davide D'Angelo, proveniente da Pedersoli, e Riccardo Salvatori, ex Cba. Per quanto attiene la crescita interna, invece, i promossi a equity sono stati Giancarlo Luglini e Carmine Oncia. Tutti avvocati che Sciaudone definisce «soluzionatici, perché l'istituzionalizzazione non ha bisogno di professionisti problematici ed individualisti. Non conta avere grandi stelle ma un organico forte», sottolinea.

Per rafforzare l'organico e garantire una continuità dei rapporti, lo studio quest'anno ha introdotto un lockstep modificato: il sistema prevede che ogni tre anni siano rivisti i punti assegnati in base alle performance dello studio e non a quelle individuali. «Come un'impresa che vara ogni tre anni un piano industriale, ci proponiamo di valutare obiettivi e budget alla luce del contributo che ogni socio è in grado di dare allo studio», precisa Sciaudone, convinto che garantire una partecipazione stabile agli utili per un triennio costituisca un atout indispensabile per creare rapporti continuativi. 

Un modello ibrido tra full-service e boutique, il lockstep modificato, l'internazionalizzazione del business e una presenza italiana sviluppata oltre il tradizionale asse Roma-Milano sono, quindi, le chiavi con cui Grimaldi ha scelto di affrontare la sfida dell'istituzionalizzazione.