Giovanni Guglielmetti, partner e coordinatore del dipartimento IP di Bonelli Erede Pappalardo, e il senior associate Tommaso Faelli hanno assistito Bulgari nella battaglia in Tribunale contro un traffico internazionale di capi d’abbigliamento, che nei loro marchi usavano il nome Bulgari.
La novità della sentenza ottenuta dal Tribunale di Milano è stata quella di riconoscere nel 15% del fatturato del contraffattore la royalty risarcitoria per i marchi riconosciuti come rinomati, percentuale sensibilmente superiore a quelle generalmente riconosciute.
«I documenti contabili a nostra disposizione erano limitati», ha spiegato a TopLegal Guglielmetti, «ma siamo riusciti a fare una valutazione del fatturato derivante dalla vendita del materiale contraffatto pari a 1,2 milioni nell'arco di 4 anni. Il risarcimento è stato pari a 180mila euro».
Inoltre gli avvocati hanno ottenuto di poter ricostruire tale fatturato totale legato all’attività illecita attraverso elementi indiziari, permettendo così di superare l’ostacolo della non collaborazione da parte del contraffattore.
Più in generale, il Tribunale può adottare tre differenti criteri per calcolare il risarcimento in caso di contraffazione e quindi considerare le royalty che non sono state corrisposte, l'utile del contraffattore o il mancato utile realizzato dall'azienda a causa della concorrenza illegale.