LA FUSIONE

Herbert Smith Freehills e Kramer Levin confermano la fusione

Lo studio conterà circa 2.700 avvocati, tra cui circa 630 soci

07-04-2025

Herbert Smith Freehills e Kramer Levin confermano la fusione

Il primo giugno 2025 nascerà Herbert Smith Freehills Kramer: questa la data in cui sarà effettiva la fusione tra Herbert Smith Freehills (Hsf) e Kramer Levin.

 

L'operazione, annunciata a novembre 2024, dà vita a uno studio legale di primo piano con oltre 2.700 avvocati, di cui circa 640 soci, operante in 26 uffici in tutto il mondo.

 

La nuova entità si posizionerà tra i primi 20 studi legali globali, con ricavi annuali previsti superiori ai 2 miliardi di dollari fin dall’inizio.

 

La fusione rafforza le competenze del nuovo studio legale in ambiti strategici come la risoluzione delle controversie, le operazioni straordinarie, il private equity, le fusioni e acquisizioni (M&A) e le ristrutturazioni. Inoltre, consolida la presenza nei settori dell’energia, dei servizi finanziari e della tecnologia. Il nuovo studio sarà in grado di offrire un supporto robusto anche per operazioni internazionali complesse e contenziosi di rilievo globale.

 

L’operazione combina la consolidata presenza di Herbert Smith Freehills nel Regno Unito, nella regione Asia-Pacifico e nell’area Emea, con quella di Kramer Levin negli Stati Uniti, in particolare a New York, Washington D.C. e nella Silicon Valley. La fusione rappresenta anche un’accelerazione della crescita di Kramer Levin sul mercato statunitense nei settori in cui Herbert Smith Freehills è già riconosciuto come leader: energia, servizi finanziari, infrastrutture, estrazione mineraria e tecnologia avanzata.

 

Le trattative tra Herbert Smith Freehills e Kramer Levin sarebbero iniziate la scorsa estate, a seguito di una proposta da parte di HSF volta a esplorare la possibilità di una fusione. L’accordo non includerà l’ufficio parigino di Kramer Levin, che attualmente conta 63 avvocati.

 

La nuova realtà sarà guidata dall’attuale CEO di HSF, Justin D’Agostino, e dalla Chair e Senior Partner Rebecca Maslen-Stannage, che manterranno i propri ruoli. I co-managing partner di Kramer Levin, Howard Spilko e Paul Schoeman, entreranno a far parte sia del comitato esecutivo sia degli organi di governance della nuova entità. Inoltre, Kramer Levin sarà rappresentata nel consiglio globale della società.

 

È prevista anche la creazione di un team esecutivo dedicato agli Stati Uniti, responsabile della gestione operativa quotidiana nel Paese e dell’integrazione delle attività americane all’interno della struttura globale. Questo team sarà composto prevalentemente da professionisti di Kramer Levin.

 

Il piano strategico quinquennale della nuova società punterà a rafforzare la practice di private equity a New York, oltre a sviluppare le aree class action, antitrust e il comparto energetico negli Stati Uniti.

 

Una delle principali sfide sarà l’armonizzazione dei profitti per partner, attualmente superiori in Kramer Levin rispetto a HSF. 

 

A tal fine, verrà introdotto un sistema retributivo ibrido, che combinerà criteri di anzianità e merito, i cui dettagli sono ancora in fase di definizione.

 

In foto: Laura Orlando, managing partner di Herbert Smith Freehills in Italia


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