Herbert Smith Freehills, la strategia paneuropea parte dall’Italia

Per la prima volta la strategia paneuropea di uno studio internazionale parte dall’Italia. Lo studio è Herbert Smith Freehills, l’insegna frutto del merger avvenuto nel 2012 tra l’inglese Herbert Smith e l’australiano Freehills. Il progetto è quello di costruire un team paneuropeo specializzato in Ip. O, per meglio dire, nella parte a maggiore profittabilità dell’Ip, il Patent litigation. Mantenendo forte la specializzazione in materie molto tecniche e anticicliche per poi espandersi in base alle opportunità del mercato.

Il progetto ha preso corpo grazie all’incontro professionale tra i due partner della sede italiana, l’ex Simmons & Simmons, Laura Orlando, e Sebastian Moore, entrato in Herbert Smith come trainee e oggi senior partner. Impegnati da tre anni nella difesa comune degli interessi di Gilead - società biofarmaceutica basata sulla ricerca e impegnata nella scoperta, nello sviluppo e nella commercializzazione di terapie innovative - Orlando e Moore sono entrambi specializzati in life sciences. Tra i clienti di Orlando, oltre a Gilead, anche Eli Lilly e la sua controllata Elanco, la danese Lunbeck, la giapponese Otsuka e Federfarmaco. Mentre Moore, di nazionalità inglese ma nato e cresciuto in Italia, ha tra i clienti colossi del pharma quali Roche, Sanofi e Takeda. 

«In Europa sono quattro i mercati chiave nel settore life sciences: Uk, Italia, Germania e Francia – spiega Laura Orlando, managing partner della sede di Milano - In Italia Herbert Smith Freehills conduceva già molti contenziosi, affiancandosi di volta in volta a studi indipendenti. Dopo tre anni di collaborazione con Sebastian Moore, principale sponsor dell’apertura dell’insegna in Italia, sono stata considerata una socia “sicura” su cui investire per aprire una nuova sede. Cosa non banale per un’insegna che ha una profitability alta come Herbert Smith Freehills e una politica di lateral hiring estremamente ponderata». Proprio per queste ragioni – chiarisce Orlando – l’obiettivo per il futuro continua a essere quello di una crescita sicura e sostenibile. Un’espansione assolutamente non casuale, fatta di scelte mirate e strategiche. Indirizzate a costruire un’identità specifica di studio, come specialista su nicchie di expertise ad alto valore aggiunto. E, di conseguenza, redditizie.

«Se da un lato lo studio è pronto a investire in Italia, come dimostra l'acquisto di Sara Balice (leggi qui la notizia), dall’altro non è nelle nostre intenzioni crescere in maniera scomposta e l’Ip continuerà a essere la practice trainante». D’altronde, l’Italia costituisce il primo tassello per la creazione di una squadra Ip paneuropea forte, attraverso la triangolazione tra Italia, Francia e Germania. Lo studio ha già aggiunto un secondo tassello al progetto con l’ingresso nella sede francese di un nuovo partner esperto in patent litigation, Frederic Chevallier, proviene da Allen & Overy. Dovrebbe seguire qualche mossa strategica in Germania, dove negli ultimi cinque anni sono stati aperti ben tre uffici, a Dusseldorf, a Francoforte e a Berlino.

Non c’è però attenzione esclusiva al life sciences. Seguendo la vocazione della casa madre, in futuro non è da escludere un’espansione verso l’energy e il Tmt, soprattutto in chiave litigation, che costituisce una delle principali specializzazioni dell’insegna. Quel che è certo, sottolinea Orlando, è che lo studio non intende diluire la sua strategia sector focused, che continuerà a essere il driver principale della crescita, da attuare in base alle opportunità di mercato.