Carriera legale

Hogan Lovells ripensa il percorso di crescita

Lo studio lancia Pathways. Luca Picone a TopLegal: «L'obiettivo è preciso: quello di analizzare l'effetto che producono le singole azioni ed aiutare il professionista ad individuare i punti di miglioramento sui quali poter lavorare durante l'anno»

02-11-2018

Hogan Lovells ripensa il percorso di crescita

 

Fare carriera in uno studio legale è una strada tutta in salita. Mentre negli anni passati era considerato comune definire un percorso strutturato della durata di circa otto anni, trascorsi i quali un avvocato poteva prevedibilmente aspettarsi l’ammissione alla partnership, oggi non è così. Non è più possibile individuare un percorso lineare e univoco, valido per tutte le insegne, ma il percorso di carriera interno cambia da studio a studio, data la scarsa omogeneità di prassi in essere. 

Ma come fare a capire se si è sulla strada giusta? In un mondo ideale a tutti i professionisti dovrebbero essere fornite con trasparenza – e in tempi utili per reindirizzare la propria carriera – le informazioni sull’andamento del loro percorso interno e sulle probabilità di accedere alla partnership. Non sempre, però, è così. E a volte prevale una certa opacità. Le best practice più strutturate sono appannaggio degli studi internazionali, in cui è il network a dettare le prassi valide a livello globale. Ed è proprio da uno studio internazionale che recentemente è arrivata un’interessante iniziativa a riguardo.

Hogan Lovells ha creato Pathways, un nuovo percorso di crescita per i professionisti della firm, basato su un sistema di feedback costanti che consente al singolo di monitorare le proprie performance con maggiore regolarità, rispetto a quanto accadeva tradizionalmente in occasione della valutazione annuale. Un sistema aperto a tutte le seniority – e a breve anche allo staff – pensato per aiutare i professionisti a individuare i propri punti di miglioramento e a lavorarci su nel corso dell’anno. TopLegal ne ha parlato con il country managing  partner Luca Picone (in foto).  


Perché è stato pensato Pathways, da quale esigenza nasce?
Pathways è un programma innovativo che nasce dall'esigenza dello studio di promuovere un ambiente di eccellenza, individuando per ciascun professionista un ambizioso percorso di crescita personalizzato, cioè misurato in base alle qualità e ai talenti dei singoli. Come in molti studi legali, anche in Hogan Lovells il processo di valutazione è sempre avvenuto su base annuale e coincideva con le comunicazioni in merito alla progressione di carriera ed economica. Nel 2017, a seguito di un'indagine interna affidata alla società di consulenza Ideo su oltre 800 professionisti, lo studio ha deciso di riconsiderare a livello mondiale tale processo, per poter andare incontro alla necessità dei professionisti di ricevere valutazioni costanti, efficaci e contestualizzate. Hogan Lovells ha quindi ideato, con il supporto delle risorse umane, un nuovo modello che potesse aiutare i professionisti a monitorare la propria performance con maggiore regolarità rispetto a quanto accadeva tradizionalmente.
 
In cosa si sostanzia Pathways e cosa cambia rispetto al passato?
Pathways è rivoluzionario rispetto al passato: si tratta di un programma che prevede la raccolta di feedback costanti in relazione all'operato del professionista, mediante la compilazione di una 'flash feedback card', uno strumento che fissa le linee guida della conversazione e ne stimola i contenuti. L'obiettivo è preciso: quello di analizzare l'effetto che producono le singole azioni ed aiutare il professionista ad individuare i punti di miglioramento sui quali poter lavorare durante l'anno. In questo processo di valutazione continua, ciascun professionista può contare su tre momenti di confronto con un collega più senior che svolge il ruolo di tutor e  lo aiuta nell'interpretazione dei feedback ricevuti durante il periodo di osservazione dai colleghi (di maggiore o minore anzianità oppure appartenenti allo staff).
 
Quali sono i vantaggi concreti per i professionisti?
Pathways è uno strumento di crescita che consente ai professionisti di monitorare costantemente il proprio operato e di capire a che punto del loro sviluppo professionale si trovano e in che direzione orientarsi. Il sistema di feedback continuativo invita il collaboratore a concentrarsi sulla propria crescita e sul proprio percorso durante tutto l'anno, valutando le proprie prestazioni con regolarità durante l'anno. Il percorso di crescita così definito è quindi basato sull'individuazione dei punti di forza e delle aree di miglioramento messi in evidenza da riscontri specifici, richiesti e rilasciati in maniera tempestiva, e  questo ne determina una maggiore efficacia.

Sono previsti, quindi, meccanismi correttivi in caso di percorsi non allineati alle aspettative?
Pathways nasce proprio al fine di monitorare costantemente la propria performance tramite la continua richiesta di feedback e, di conseguenza, migliorare in maniera regolare la propria professionalità, a 360°, intenso come la capacità di lavorare in team, di affrontare le tensioni tipiche del lavoro, di comunicare, di conoscere bene i propri limiti e i propri talenti, per lavorare sui primi ed enfatizzare i secondi, ecc.. Inoltre, il professionista non è solo nel suo percorso di crescita: la figura della development guide lo aiuta ad analizzare i feedback ricevuti, supportandolo nell'individuare la giusta direzione in cui indirizzare il proprio percorso. E' stata anche individuata la figura del Pathways champion, che in Italia è ricoperta dal socio Christian Di Mauroche ha il ruolo di incoraggiare i professionisti a investire in questo programma, in preparazione del  quale lo studio ha condotto diversi training a livello internazionale e locale.
 
Il nuovo sistema, nei progetti, dovrebbe incidere sulla capacità attrattiva e di retention per i giovani talenti?
La capacità attrattiva di questo nuovo sistema si sostanzia innanzitutto nella finalità stessa del programma, che è quella di fornire uno strumento ulteriore e più efficace rispetto a quelli sinora utilizzati al fine di aiutare i professionisti nella loro crescita e nella definizione dei loro obiettivi. Inoltre, il programma si attua tramite l'utilizzo di  una comunicazione più immediata e dinamica rispetto a quella tradizionale: questo senz'altro può costituire un punto di interesse, in particolare per il tipo di collaboratori che lo Studio vuole attrarre, ovvero professionisti motivati, audaci, volti all'eccellenza e inclini a pensare fuori dagli schemi, in linea dunque con i valori fondamentali di Hogan Lovells.
 
Quanto e perché conta oggi per un’insegna essere trasparente sui percorsi di carriera?
Si tratta di un elemento fondamentale per creare un ambiente di lavoro nel quale regni la fiducia recipiroca. E' essenziale essere chiari sin dall'ingresso dei nuovi professionisti in studio in merito a quali saranno le opportunità e il percorso di carriera. Questo aspetto porta a creare un circolo virtuoso sia per chi già collabora con lo studio sia per i giovani talenti che si trovano a scegliere tra i diversi studi legali.  
 
Come mai si pensa di estenderlo anche allo staff? 
Perché no? Trattandosi di uno strumento utile per la crescita professionale non vediamo alcun motivo per limitarne l'utilizzo, in quanto ogni persona contribuisce individualmente, ciascuno con le proprie competenze, al successo dello studio.  La politica di trasparenza e inclusione fa parte dei valori dello studio, valori che coinvolgono tutte le persone che collaborano con Hogan Lovells. Il ruolo dello staff è in costante evoluzione ed è quindi fondamentale che anche i dipendenti possano avere l'opportunità di crescere e migliorare per poter garantire un ambiente di lavoro sereno e costruttivo. 

 

 

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Hogan Lovells LucaPicone, ChristianDi Mauro


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