Contenzioso

Hogan Lovells vince in appello per Angelini Holding

I giudici hanno rigettato richieste di condanna per circa 2 milioni di euro e statuito che il progresso tecnologico non è causa automatica di modifica dei contratti, ma semmai stimolo per rinegoziare le intese contrattuali

29-10-2020

Hogan Lovells vince in appello per Angelini Holding



Hogan Lovells (TLIndex10) ha ottenuto un’importante vittoria avanti alla Corte d’Appello di Roma per la causa intentata dalla Software House BroadVision nei confronti della holding del gruppo Angelini, per asserito inadempimento a un contratto di licenza software. 

BroadVision lamentava la non conformità al licensing di Angelini che, a seguito dell'introduzione della tecnologia multi-core, avrebbe dovuto corrispondere un prezzo di licenza parametrato non più al numero di Cpu in uso, come previsto dal contratto, ma al numero di core. Il Tribunale di Roma prima e la Corte d'Appello poi hanno rigettato la tesi di BroadVision e le relative richieste di condanna per circa 2 milioni di euro e hanno riconosciuto la piena conformità di Angelini al licensing, in accoglimento delle difese dello studio per cui i contratti non possono essere modificati dal progresso tecnologico, che può essere semmai da stimolo per rinegoziare le intese contrattuali. 

Il team di Hogan Lovells che ha assistito Angelini è composto dal socio Andrea Atteritano (in foto), con la senior associate Elena D’Alto e l'associate Emanuele Ferrara. I team dei soci Marco Berliri e Antonio di Pasquale hanno seguito gli aspetti tecnico-commerciali. 

Enza Onnis (global pharma general counsel) e Giuseppe Pesce di Angelini, hanno coordinato il team di supporto interno alla società e composto da tecnici e legali.

 


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