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I PENALISTI SI CONFRONTANO

Si è svolto ieri a Milano il primo incontro istituzionale interamente dedicato al comparto penale commerciale

23-01-2015

I PENALISTI SI CONFRONTANO

Ieri, 22 gennaio, presso Palazzo Turati a Milano si è svolto il primo appuntamento interamente dedicato al penale commerciale. Il Focus Penale, organizzato da TopLegal e moderato da Luca Testoni – editore e direttore responsabile di ETicaNews – ha visto la partecipazione di un ampio e variegato panel. A confrontarsi su «I nuovi orizzonti del penale» sono stati Massimo Dinoia, socio fondatore di Dinoia Federico Pelanda Simbari Uslenghi; Roberta Guaineri, partner di Moro Visconti De Castiglione Guaineri; Giacomo Gualtieri, partner dello Studio Bana; Raffaella Quintana, partner di Dla Piper; Francesco Sbisà, partner di Bonelli Erede Pappalardo; Gianpaolo Alessandro, Co-Head of Group Legal di UniCredit; e Stefano Giberti, General Counsel di Ge Healthcare.

Sono stati sdoganati temi cruciali per l'evoluzione del settore. Dalla necessità per le tradizionali boutique penaliste di strutturarsi e diventare più aziendaliste alle modalità con cui si può far convivere all'interno della stessa insegna due culture legali molto diverse come il penale e il civile. Due sfide importanti per delineare le nuove basi del rapporto consulente/cliente. Anche ai penalisti, infatti, oggi è chiesto di confrontarsi con le logiche commerciali dell’impresa per tutelare nella maniera più idonea i progetti delle aziende.

Sebbene ci sia la necessità di convergenza con il mondo d'impresa, ci sono ancora distanze da colmare riconducibili alla formazione dei penalisti, che non sempre condividono linguaggio e cultura aziendale. Mentre per le realtà penaliste più sofisticate è già in corso la terziarizzazione dei servizi – maggiore strutturazione interna, capacità di presentare ai General counsel preventivi di spesa e introduzione di contratti a tempo, e quindi a forfait, per la consulenza ordinaria – i penalisti più tradizionali e meno strutturati devano adeguarsi maggiormente ai cambiamenti in corso.

Se tutti concordano sulla necessità di andare incontro alle esigenze delle imprese, altri sostengono che l'incontro dovrebbe avvenire a metà strada. Nel corso del Focus si è sostenuto che dovrebbe essere anche il cliente a capire la natura della tutela penale, culturalmente indotta a frenare le velleità in nome della liceità. D'altro canto, c'è anche chi ha evidenziato come questo avvicinamento dell'impresa al penale sia già in corso, citando la diffusione di un modo di fare impresa più etico, frutto di un cambiamento culturale ispirato proprio ai principi del diritto penale. A dimostrazione che eticità e utilitarismo, che dovrebbero essere necessariamente alla base di ogni attività imprenditoriale, non vanno interpretati come dinamiche contrapposte. 

Tutti i relatori sono convenuti  nel ritenere che nella fase della consulenza il penalista stia assumendo un ruolo sempre più importante per permettere ai vertici aziendali di prendere decisioni informate, causa le nuove normative che richiedono alle aziende di saper ricostruire e motivare le decisioni prese.

Infine, durante la tavola rotonda finale, è emerso come punto saldo dal confronto l'esposizione inferiore del penalista al rischio di fungibilità, rispetto al civilista, in presenza di un fatto contingente. In questo ambito, la reputazione è ancora il primo criterio che orienta la scelta del professionista a cui affidarsi.  Mentre il costo, seppur più rilevante che in passato, secondo i clienti, non può essere la bussola che orienta le scelte.






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