I trust antimafia, una precisazione

24-10-2008

Riceviamo e pubblichiamo.

Leggo sul vs. sito: "TopLegal.it" un breve resoconto dei lavori del quarto Congresso dell'Associazione Il Trust in Italia che non condivido.
Appare "strano" che non sia stato nominato il prof. Maurizio Lupoi, presidente dell'Associazione, come "strana" appare la rilevanza anche pratica data ad Annapaola Tonelli.
Non è vero che nel congresso siano stati censurati i trust antimafia: a parlarne è stato il prof. Maurizio Lupoi che, proponendo due casi specifici, ha evidenziato quando un atto istitutivo di trust può essere utile ai fini dell'ottenimento della "liberatoria antimafia".
Nemmeno è vero che Condò, Marchese e Danovi si siano occupati del "recente fenomeno di quei trust ai quali si ricorre per partecipare anonimente a gare di appalto quando non si ottiene la liberatoria antimafia".
Spero vorrete pubblicare questa mia precisazione.
Distinti saluti.
 
Gian Franco Condò  Notaio


La redazione di TopLegal fa presente che Annapaola Tonelli risulta «delegata dal consiglio direttivo dell'associazione il trust in italia ai rapporti con la stampa», quindi non v'è nulla di strano nel fatto che sia stata interpellata. La nota stampa da noi ricevuta dalla persona incaricata di tenere i rapporti con i media da parte dell'associazione riportava quanto segue: «....per l'ultimo modulo sulla responsabilità professionale e deontologia, dove hanno partecipato i padri ispiratori dei codici deontologici dei 3 ordini professionali (Condò per i notai, Marchese per i commercialisti e Danovi per gli avvocati) grave censura è stata espressa verso la recente moda dei trust antimafia, quei trust ai quali si ricorre per partecipare anonimamente a gare di appalto quando non si ottiene la liberatoria antimafia, che hanno occupato le pagine dei quotidiani in questi tempi».
 


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