Il Consiglio nazionale forense torna a pronunciarsi sulla mediazione obbligatoria. A fronte della necessità di snellire la lentezza giudiziaria attraverso meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie, il Cnf propone la discesa in campo della categoria, attraverso l'istituzione di Camere arbitrali presso ciascun Ordine circondariale.
La proposta è contenuta in una lettera inviata dal presidente del Cnf, Guido Alpa, al presidente della Commissione industria del Senato, Cesare Cursi. A distanza di quasi un mese dalla dichiarazione di illegittimità dell'obbligatorietà della mediaconciliazione per vizio di forma - e prima ancora che vengano rese note le motivazioni che hanno portato la Corte costituzionale a questo verdetto - la Commissione di Cursi in questi giorni è impegnata nell'esame di due emendamenti alla legge di conversione del decreto crescita 2.0. Che - a detta di Alpa - sarebbero volti a reintrodurre l’istituto dell’obbligatorietà della mediazione finalizzata alla conciliazione della lite.
Preoccupato da una tale ipotesi, nella lettera inviata a Cursi, Alpa ribadisce l'inopportunità di reintrodurre l'obbligatorietà dell'istituto, ma al contempo sottolinea la necessità di rivedere la disciplina per renderla più funzionale a ridurre l’arretrato civile.
«Si tratta, in buona sostanza, di una disciplina mal congegnata e poco funzionale allo scopo di deflazione del contenzioso civile che si prefiggeva», si legge nella lettera, in cui Alpa assicura: «l’avvocatura è profondamente sensibile al tema del buon funzionamento e della ragionevole durata del processo civile - né potrebbe essere diversamente visto il rango costituzionale del ministero della Difesa - e che, al fine di contribuire al miglioramento del sistema giustizia, sono allo studio ipotesi di impegno della categoria nella diffusione di meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie e segnatamente nella predisposizione di camere arbitrali presso ciascun ordine circondariale».
Obbligo di mediazione