È una delle fasi più delicate nel ciclo di vita di uno studio legale, e rappresenta il vero banco di prova delle capacità non solo professionali ma anche imprenditoriali dei suoi fondatori. Si tratta del passaggio generazionale, quel momento di obbligata transizione con cui deve fare i conti uno studio che voglia sopravvivere ai suoi fondatori e rimanere sul mercato come istituzione. Cresce il numero di insegne che si sono poste il compito di affrontare questa sfida obbligata per la sopravvivenza dell’associazione. Negli ultimi anni, gli esempi più rilevanti di riforma interna hanno riguardato studi come Gianni Origoni Grippo Cappelli & partners, Nctm e, ultimamente, Bonelli Erede Pappalardo.
A questi, ora va aggiunto un altro nome, quello di Macchi di Cellere Gangemi. È da circa 10 anni, infatti, che l'insegna nata a Roma ma da anni consolidata anche a Milano ha intrapreso questa strada.
Per raggiungere l’obiettivo la politica del managing partner Claudio Visco (in foto) è stata ed è tuttora quella della crescita, sia dei professionisti interni sia attraverso aggregazioni esterne. Relativamente al rafforzamento della squadra si pensi all'ampliamento del numero dei partner (equity e salary), dai 27 del 2006 ai 35 odierni, in controtendenza alla riduzione del numero complessivo di professionisti (dai 100 del 2006 ai 94 di oggi). Il rapporto socio/professionisti si è dunque accorciato, passando nell'ultimo decennio, da 1:3,7 a 1:2,7, una leva sensibilmente più bassa della media degli studi che ben indica la maggiore responsabilizzazione degli associati nella costruzione del fatturato.
Rispetto al secondo driver della crescita, lo studio è riuscito a neutralizzare le dipartite accusate negli anni — in particolare nel dipartimento tax con l'abbandono del team di Quirino Imbimbo e Alessandro Gulisano del 2009 — con il recente lateral hiring dallo studio Di Tanno e associati. Dalla boutique fiscale sono approdati sia Stefano Petrecca, tra i fondatori proprio di Di Tanno, sia quello che era il partner responsabile della sede milanese Eugenio Romita, oltre ad altri otto collaboratori tra senior e junior.
Oggi lo studio si presenta come una struttura di dimensioni medie, e sebbene si proponga al mercato già come full service, con ogni probabilità Macchi di Cellere Gangemi potrebbe essere più correttamente definito "multi-practice". Al suo interno spiccano infatti alcune aree di expertise consolidate (fiscale, banking e finanza dí progetto, diritto amministrativo), mentre altre practice appaiono residuali. Probabilmente il prezzo da pagare per una realtà che si definisce «orgogliosamente single», rivendica cioè la sua indipendenza da altri gruppi ed è tra le poche nel panorama degli studi italiani a essersi tenuta lontana dai valzer di matrimoni e divorzi che hanno caratterizzato gli anni novanta e i primi del duemila del nostro Paese.
La consapevolezza della necessità di trasformare la propria struttura come risposta alla crisi e alla forte normalizzazione del settore legale continua ad essere limitata a pochi attori. Il merito di Macchi di Cellere Gangemi è stato quello di innovare un piano e proporsi come potenziale esempio di rinnovo.
Macchi di Cellere Gangemi è uno dei casi di studio del nuovo numero del TopLegal Review, disponibile su E-edicola.
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