Governance, competenze specifiche e strategie di branding. Sono i tre fronti su cui gli studi mostrano il fianco quando si parla di comunicazione e marketing. Domande quali: chi si deve occupare dei rapporti con l’esterno? Esiste un piano coerente per valorizzare lo studio? Cosa sto già comunicando all’esterno attraverso il mio sito? Interrogativi che dovrebbero essere in cima all’agenda dei managing partner. Eppure l’esperienza quotidiana di TopLegal mostra nei fatti, al netto di alcune chiare eccezioni, un panorama ancora molto artigianale e improvvisato. Dove i passi falsi non mancano.
Chi si occupa della comunicazione?
Rara è l’esistenza di team strutturati, più diffusa è la presenza di uno o due professionisti non legali interni deputati allo sviluppo del business. In larga maggioranza, però, ci si trova di fronte a realtà dove l’office manager è “prestato” alle attività di marketing e comunicazione. Le conseguenze sono evidenti in termini di tempistiche e fluidità del processo: manca una reale autonomia decisionale, ancora tutta nelle mani dei partner, che sono quotidianamente impegnati su altri fronti.
All’estremo opposto ci sono quegli studi in cui sono gli stessi soci a occuparsi in prima persona della pianificazione annuale. Qui il modello è duplice: il managing partner si occupa direttamente di passare al vaglio non solo le proposte di business development ma anche le attività di comunicazione e marketing; oppure esiste un comitato marketing composto da più partner e con autonomia decisionale. Nello stesso paniere TL25, che pure rappresenta l’insieme degli studi più rilevanti del mercato, si rileva come pochi abbiano affidato questa funzione a veri e propri manager interni.
Costruire il piano strategicoLa scarsa governance della comunicazione si riflette nelle competenze. Senza entrare nel giudizio della qualità, si può ragionevolmente argomentare che in molti casi queste competenze sono diverse da quelle che sarebbe opportuno attivare. Questo a sua volta si riflette nella mancanza di piani di comunicazione e marketing e, a monte, di analisi mirate sul mercato competitivo e sul posizionamento dell’azienda, presupposti per un’adeguata strategia comunicativa. Prive di una piena consapevolezza delle proprie esigenze, le insegne spesso si limitano a promuovere attività non coordinate e isolate, al di fuori di una mappa ragionata di obiettivi, prediligendo modalità di azione fini a sé stesse.
La versione integrale dell'approfondimento è consultabile su E-edicola, numero di aprile-maggio 2020 di TopLegal Review.