Il futuro della Proprietà intellettuale tra digitalizzazione e AI

di Francesca Lai

La proprietà intellettuale protegge l’ingegno umano, ma quando l’ingegno non è umano, qual è il ruolo degli studi legali? Il tema è stato affrontato il 25 settembre scorso a Milano, in occasione della presentazione dell’ Osservatorio Intellectual Property 2024 di TopLegal, realizzato in collaborazione con lo studio Trevisan & Cuonzo.

Michael Di Palma, direttore ed editore di TopLegal, ha introdotto l'evento illustrando le principali evidenze della ricerca, condotta dal Centro Studi di TopLegal su un campione di 54 aziende italiane. «Abbiamo sondato le figure chiave su cui ha influito la transizione tecnologica, rilevando che il 98% delle aziende ha già intrapreso processi di digitalizzazione», ha spiegato Di Palma. Tuttavia, ha sottolineato come le sfide siano ancora rilevanti, soprattutto in termini di competenze digitali. «Secondo il Digital Economy and Society Index (Desi), l’Italia si colloca al ventiquattresimo posto in Europa per competenze digitali. Nonostante una crescita significativa negli ultimi cinque anni, rilevata dal Desi, il cammino è ancora lungo», ha concluso Di Palma.

L’IP alla prova di digitalizzazione e intelligenza artificiale

Nella prima tavola rotonda, moderata da Valentina Magri, content coordinator di TopLegal, i relatori hanno discusso lo stato dell'arte della digitalizzazione nelle aziende, esplorando i benefici e le sfide che queste tecnologie comportano, con particolare attenzione agli aspetti legali e di compliance.

Gli studi legali possano supportare le imprese in questo processo. Secondo Riccardo Traina Chiarini, counsel dello studio Trevisan & Cuonzo, «Il ruolo degli studi legali è fondamentale in ogni fase del progetto di digitalizzazione. In Trevisan & Cuonzo ci occupiamo anche di formazione e agiamo come punto di collegamento tra il dipartimento digitale e quello legale interno, aiutando quest'ultimo a comprendere meglio le tecnologie emergenti e a gestire i rischi legali connessi».

La pandemia ha sicuramente accelerato il processo di digitalizzazione. Una condizione che si è verificata anche nella multinazionale Webuild. Il general counsel Vinicio Fasciani, ha spiegato: «Da diversi anni gestiamo i nostri processi attraverso strumenti digitali, ma la pandemia ha rappresentato una svolta, soprattutto nella gestione dei contratti e della documentazione». Fasciani ha inoltre evidenziato i vantaggi dell'AI, sottolineando come possa contribuire a ottimizzare i processi aziendali e garantire maggiore efficienza nei progetti di costruzione.

Anche Carlotta Puliti, IP legal counsel di Ferragamo, ha condiviso l'approccio della sua azienda all'AI, descrivendo un percorso sistematico che ha coinvolto le diverse società del gruppo. «Abbiamo avviato un sondaggio interno per comprendere come e quanto l'intelligenza artificiale venisse utilizzata nelle diverse divisioni – ha dichiarato –. La formazione è un pilastro fondamentale del nostro approccio, in modo da garantire che tutti i dipendenti siano consapevoli dei benefici e dei rischi legati all'uso di queste tecnologie».

«In Trenord, il processo di digitalizzazione è stato avviato ben prima della pandemia e ha coinvolto ogni aspetto della nostra operatività», ha affermato Yari Mori, general counsel di Trenord. Ad esempio, venivano già gestiti in modo paperless i flussi documentali, il che ha consentito di ottimizzare e gestire agevolmente, nel corso della pandemia, processi critici come la ricezione e la gestione dei documenti per il servizio di trasporto. «Oggi, il ruolo della direzione legale è sempre più preventivo: dobbiamo intervenire ex ante, anticipando i problemi legali in generale ed in particolare quelli legati alle continue innovazioni, come l'AI e la cybersecurity, piuttosto che risolverli a posteriori», ha aggiunto.

La domanda di assistenza legale in ambito IP

La seconda sessione di dibattito ha affrontato il tema della domanda di assistenza legale in ambito IP, con gli interventi di Gabriele Cuonzo, managing partner di Trevisan & Cuonzo, Federico Manfrin, group general counsel di Miroglio Group, e Sara Zannelli, marketing e event manager di Indicam.

Gabriele Cuonzo ha approfondito la relazione tra uffici legali e consulenti esterni. «Le direzioni legali delle aziende puntano sempre più alla riduzione dei costi e alla razionalizzazione dei processi, e questo sta avendo un impatto anche sugli studi legali esterni. Non si tratta semplicemente di un cambiamento, ma di un vero e proprio terremoto». Cuonzo ha anche affrontato il tema dell'uso dell'AI in Trevisan & Cuonzo: sebbene non sia ancora utilizzata per la gestione dei dossier legali, è già impiegata in altre aree, come il marketing e l'amministrazione. «In futuro vedo una collaborazione sempre più stretta tra studi legali e clienti, grazie all'uso delle tecnologie digitali», ha concluso.

Federico Manfrin, group general counsel di Miroglio Group, ha focalizzato il suo intervento sui rischi legali prospettici legati alla digitalizzazione nel settore della moda. «L'intelligenza artificiale sta aprendo scenari inediti, ma anche pericolosi – ha spiegato Manfrin –. Immaginate di prendere l'intero archivio di un brand di lusso e di darlo in pasto a un sistema AI: il rischio è che venga generato qualcosa di simile, ma non uguale, con conseguenze imprevedibili in termini di proprietà intellettuale».

Sara Zannelli, marketing e event manager di Indicam, associazione nata per perseguire la lotta alla contraffazione e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale, auspica «un cambiamento culturale. Per questo motivo il nostro lavoro si concentra sulla formazione e sulla sensibilizzazione delle aziende in merito alle nuove sfide poste dall'intelligenza artificiale», ha concluso.