Osservatorio

Il general counsel sempre più strategico

Il Centro Studi di TopLegal ha interpellato 63 giuristi di impresa per indagare l’evoluzione del ruolo e della gestione della spesa legale

10-01-2019

Il general counsel sempre più strategico



A distanza di cinque anni, TopLegal è tornato a interrogare le imprese sul ruolo strategico dei general counsel. Il tema è quanto mai opportuno. L’evoluzione del giurista d’impresa in general counsel ha subito una sensibile accelerazione con l’uscita del Paese dalla crisi economica, trasformando il rapporto fra diritto e affari.

Al sondaggio condotto dal Centro Studi TopLegal hanno preso parte 63 general counsel provenienti da differenti settori del mercato italiano. Abbiamo rilevato cinque misurazioni dal campione di imprese: le tipologie di rischio e le politiche atte a gestirle; l’impatto del general counsel e il suo coinvolgimento nel business dell’impresa; l’influenza e il livello di coinvolgimento del general counsel nel Cda nonché le modalità con cui aggiunge valore allo stesso; l’approccio alla crescita professionale della squadra; infine, le aree d’intervento future del general counsel.

Con la conquista dei propri budget legali, i general counsel si sono ritagliati una maggiore autogestione delle direzioni che oggi vanno oltre la gestione del rischio legale per entrare pienamente nei progetti aziendali. Istruttivo da questo punto di vista il confronto con un sondaggio precedente effettuato da TopLegal nel 2013 da cui emergono due evidenze significative.

Cinque anni fa quando l’economia italiana era ancora impantanata nella peggiore crisi della storia, emergeva ancora una tensione tra l’identità tradizionale del giurista e le finalità dell’impresa. Due le giustificazioni principali per cui il general counsel italiano si doveva occupare solo ed esclusivamente del rischio legale: la prima, per non essere percepito come ostacolo allo sviluppo dell’impresa; la seconda, perché per formazione e cultura era considerato poco intenditore del rischio imprenditoriale. Entrambe queste prospettive sono state ora ampiamente superate.

Il secondo dato sintomatico dello stato delle cose riguarda il rapporto fra compagine e spesa legale. A partire dalla crisi iniziata a fine 2008, l’ampliamento delle direzioni legali in Italia in gran parte aveva ormai controbilanciato il contenimento della spesa legale per la consulenza esterna. L’incremento delle squadre interne raggiunse infatti il suo limite nel 2013 quando una minoranza delle direzioni interpellate (22%) dichiarava di aver aumentato la propria direzione nell’ultimo anno. Con la mole di lavoro in aumento negli anni successivi, il numero di risorse interne e i budget si sono trovati quindi disallineati.

Nel 2018 risulta però evidente come lo sforzo di aumentare i margini dell’efficienza non sia bastato. Al contrario, per non perdere colpi le direzioni sono tornate a crescere: nel sondaggio il 64% delle direzioni dichiara di aver ampliato la squadra. Il dato notevole è che oltre alle spese interne maggiori, è aumentata anche la spesa legale. L’espansione delle compagini non potrà continuare ininterrottamente senza generare gli stessi costi fissi che si volevano tagliare. Tuttavia, risulterebbe più probabile, visto le conquiste ottenute dai general counsel e un’economia che sta rallentando, che possa arrivare piuttosto un ulteriore taglio alla spesa legale.

Tutte le evidenze dell'indagine sono state pubblicate nel numero di dicembre-gennaio di TopLegal Review, disponibile anche su E-Edicola.


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