Mondo in house

Il nuovo corso di Bat

Andrea Di Paolo racconta a TopLegal le sfide di business e legali di British American Tobacco

14-01-2019

Il nuovo corso di Bat

 

In un settore controverso e iper-regolamentato come quello del tabacco, la direzione legale riveste un ruolo centrale. Ne parla a TopLegal Andrea Di Paolo (in foto), a capo della Direzione Affari Legali, Regolamentari e Compliance South Europe di British American Tobacco, che racconta i profondi cambiamenti che hanno investito l’azienda e che vedono la direzione legale italiana in prima linea. Negli ultimi anni Bat ha intrapreso un percorso di evoluzione del proprio business, passando da un mercato sostanzialmente statico e rigido come quello dei prodotti del tabacco tradizionale a quello, del tutto inesplorato, dei prodotti di nuova generazione a potenziale rischio ridotto: sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato, questi ultimi lanciati proprio nel 2018. Questa transizione ha comportato una rivoluzione dei paradigmi produttivi e commerciali, ponendo le direzioni legali del gruppo davanti a sfide inedite. E l’Italia ha rappresentato un vero e proprio banco di prova in questo senso, essendo stato il primo Paese al mondo in cui il gruppo ha scelto di essere presente con il suo intero portafoglio di prodotti di nuova generazione. Per gestire al meglio le sfide del business e la sua iper-regolamentazione, la funzione legale ha centralizzato la governance di tre aree: legale, regolamentare e compliance. Una complessità non semplice da gestire, che lascia ancora molti fronti aperti, soprattutto in assenza di riferimenti giurisprudenziali.

Quando e con quali obiettivi nasce la direzione legale di Bat in Italia?
L’Italia è da sempre un mercato strategico per il gruppo che, nel 2004, ha acquisito l’Ente Tabacchi Italiani (Eti), un’operazione da oltre 2 miliardi di euro che ha rappresentato uno dei più grandi investimenti mai effettuati in Italia da una società estera. Questo ha comportato la nascita di una direzione legale in linea con la nuova complessa realtà aziendale, strutturata in diversi dipartimenti (corporate, litigation, legal marketing, company secretarial).

L’obiettivo, allora, era di trasformare una grande azienda statale con più di 16mila dipendenti, un patrimonio immobiliare importante e stabilimenti produttivi, depositi e saline in tutto il Paese in una multinazionale agile, veloce e in grado di essere competitiva nel mercato nazionale. La trasformazione è iniziata con la cessione dei business del sale e della carta, è continuata con la vendita della società controllata che si occupava della distribuzione dei prodotti del tabacco, del ramo d’azienda relativo alla produzione e commercializzazione del sigaro Toscano e si è conclusa solo nel 2011. 

Quali competenze ricadono sotto il cappello legale?
Abbiamo una governance centralizzata di tre aree: legale, regolamentare e compliance. In mercati iper-regolamentati come quello del tabacco, la direzione legale ha un ruolo pivotale su tutte le problematiche aziendali. Tra queste ricadono anche il contenzioso e la consulenza giuslavoristica, naturalmente in un’ottica di costante scambio e collaborazione con il dipartimento Hr.

Come mai si è deciso di accorpare in un’unica figura le responsabilità per la parte legale, regolamentare e compliance? Quali sono i vantaggi di questo tipo di struttura?
Questi tre aspetti sono strettamente correlati e, soprattutto, in aziende strutturate che operano in settori iper-regolamentati è fondamentale che vi sia una governance centralizzata delle tre aree all’interno della direzione legale, in modo da prevenire il rischio di sanzioni legali o amministrative, di perdite operative, di provvedimenti di interdizione parziale o totale dell’attività, nonché per scongiurare il rischio di danni reputazionali. 

Oggi quale rappresenta la maggiore sfida di business e come viene accompagnata dagli affari legali?
La principale sfida di business è senz’altro il passaggio dal mercato dei prodotti del tabacco tradizionale a quello dei prodotti di nuova generazione a potenziale rischio ridotto poiché l’Italia è stato il primo Paese al mondo in cui il gruppo ha scelto di essere presente con il suo intero portafoglio di prodotti di nuova generazione.
Da un punto di vista legale, ciò ha comportato uno sforzo notevole per la nostra funzione che si è dovuta misurare per la prima volta con temi sensibili come quello del cosiddetto “spettro del rischio”, secondo il quale, in linea con i principi di tutela della salute pubblica, a un minor grado di rischio potenziale del prodotto dovrebbe corrispondere una minor imposizione fiscale. 

Le sfide sono state solo di natura fiscale?
Naturalmente no. Molti sono ancora i fronti aperti: l’avvento dei prodotti di nuova generazione ha anche aperto nuove possibilità di comunicazione nei confronti dei consumatori, il cui diritto a un’informazione corretta e trasparente, rispetto a una categoria di prodotti relativamente nuova, resta un elemento chiave per la nostra azienda. La difesa di questo diritto è uno dei principali obiettivi della nostra direzione legale. La complessità maggiore nel perseguire gli obiettivi citati consiste nel fatto che ci muoviamo all’interno di un framework legislativo nuovo e lacunoso e, pertanto, senza riferimenti giurisprudenziali. Il percorso non può ancora dirsi concluso e quella dei prodotti di nuova generazione rappresenterà la principale sfida regolatoria – e legale – dei prossimi anni.

 


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