L'Italia ha urgenza di rendere più efficienti le procedure per la realizzazione di investimenti programmati. Un discorso che vale soprattutto per le infrastrutture, che troppo spesso sono frenate da lungaggini burocratiche e da un numero troppo elevato di adempimenti. Il tema dell’efficienza pubblica è tornato nell’agenda dell’esecutivo e, di conseguenza, sotto la lente degli amministrativisti.
Il Consiglio dei ministri il 12-13 gennaio 2021 ha approvato il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per stabilire come impiegare i fondi che arriveranno all’Italia dall’Unione europea con il Recovery fund. Gli oltre 210 miliardi di euro previsti serviranno a fronteggiare le ricadute economiche conseguenti all'emergenza Covid-19 e a rimettere in carreggiata il Paese. Negli scorsi mesi il governo ha già adottato alcuni provvedimenti ad hoc, con l’obiettivo di introdurre misure di semplificazione procedimentale in tema di appalti pubblici e far ripartire gli investimenti. Con il decreto "Semplificazioni" (n.76/2020), convertito in legge l’11 settembre 2020 (n. 120/2020), sono state introdotte alcune modifiche al Codice dei contratti pubblici.
Sarà realizzato un vasto programma di interventi per lo snellimento delle 29 procedure autorizzative e di controllo nei settori nei quali più è avvertito dalle imprese l’eccessivo carico di oneri normativi e burocratici, ed evitare la perdita di tempi "inutili" e di risorse economiche. L'Ance, l'associazione nazionale costruttori edili, stima che si potrebbero recuperare 240 giorni nella realizzazione di un’opera con un incremento dell’efficienza pubblica. In un sistema più efficiente, significa realizzarla con quasi un anno in anticipo. E in cantiere il governo ha elencato ben 36 opere da realizzare, inserite nel Piano messo a punto dal Ministero delle infrastrutture collegato al decreto, tra dighe, opere ferroviarie, strade e reti digitali.
In questo scenario di rinnovato interesse sugli investimenti pubblici e di incertezza normativa, TopLegal pubblica una guida sugli Appalti, una bussola preziosa in questo momento congiunturale per professionisti, giuristi d’impresa e imprese attive in settori a stretto contatto con la pubblica amministrazione.
Gli esperti di diritto amministrativo sentiti da TopLegal fanno notare che le ultime novità non riducono sul serio gli adempimenti a carico delle imprese. Persistono, inoltre, alcune criticità.
Gli amministrativisti sono tornati a riflettere anche sul tema della individuazione e gestione dei conflitti di interesse nell'ambito delle procedure di affidamento di contratti pubblici, alla luce delle recenti sentenze del Consiglio di Stato emesse tra il 2019 e il 2020. L’enfasi sugli investimenti di Stato ha fatto tornare alta l’attenzione anche su altri aspetti ancora poco chiari della normativa. Tra questi, l’attestazione dell’assenza delle cause di esclusione e, in particolare, di gravi illeciti professionali, in merito alle vicende da riferire in gara per le valutazioni della stazione appaltante.
Le lacune organizzative delle pubbliche amministrazioni e le ristrettezze dei bilanci pubblici sono tornate, infine, a porre al centro delle esigenze del Paese i contratti di partenariato pubblico-privato (Ppp). L’andamento nei primi mesi del 2020, del resto, ha visto su 395 procedimenti, 51 concessioni, 64 project financing a iniziativa pubblica e ben 280 procedimenti attivati dai privati.
L'articolo è pubblicato su Focus Speciale Appalti, che è possibile scaricare qui. Gli altri Focus Speciali su Commercialisti, Lavoro, Penale, Covid-19 e Fintech sono disponibili qui.
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