Il ruolo del biometano nel percorso italiano di transizione energetica

Contesto attuale e prospettive future

17-04-2024

Il ruolo del biometano nel percorso italiano di transizione energetica

1.       Il biometano nel quadro di riferimento eurounitario

Il biometano, come noto, è il combustibile ottenuto dalla purificazione del biogas che, a seguito di opportuni trattamenti, sia chimici che fisici, presenta le caratteristiche idonee per la fase di immissione nella rete del gas naturale.

Il sostegno alla produzione di biometano è una delle costanti nella politica di transizione energetica del Paese e si innesta nel favor che l’Unione europea ha mostrato, con sempre maggior intensità, nei confronti delle misure volte ad incentivare il ricorso all’energia prodotta da fonti rinnovabili. È proprio in quest’ottica che si pone la Direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. La finalità di tale misura, così come ribadito anche dal Regolamento (UE) 2021/1119, è quella di consentire di raggiungere “l’obiettivo vincolante della neutralità climatica nell’Unione entro il 2050”, nonché “una riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra da conseguire entro il 2030” (cfr. Comunicazione COM (2022) 230 final del 18 maggio 2022 della Commissione europea).

L’incentivo all’utilizzo e allo sviluppo delle energie rinnovabili, come noto, ha subito una sensibile accelerazione a fronte dei ben noti eventi geopolitici. È proprio in tale contesto che è stato presentato dalla Commissione europea il Piano REPowerEU che, al fine di raggiungere una rapida indipendenza energetica dell’Unione, prescrive agli Stati membri l’adozione di misure volte ad incentivare l’uso di energia rinnovabile, tra cui il biometano.

 

2.      Le più recenti misure nazionali di sostegno alla filiera

Premesso l’inquadramento normativo eurounitario, le più recenti misure adottate nel nostro Paese per incentivare il biometano si pongono proprio nel solco tracciato dall’Unione e, in particolare, in quello delineato dalla Commissione nel Piano REPowerEU.

Ed infatti, il Decreto del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (di seguito “MASE”) del 15.9.2022, n. 340 (di seguito solo “DM 2022”) è stato adottato in attuazione del d.lgs. dell’8 novembre 2021, n. 199, con cui è stata recepita, nel nostro ordinamento, la già ricordata Direttiva (UE) 2018/2001. In particolare, il DM 2022 – il cui obiettivo è quello di “sostenere la produzione di biometano immesso nella rete del gas naturale” – è stato adottato al fine di “definire un quadro organico di riforma delle misure di incentivo per lo sviluppo del biometano”, così come previsto dall’art. 11 del d.lgs. n. 199/2021, in modo da disciplinare i presupposti e le modalità di concessione dei benefici di cui alla Missione 2, Componente 2, Investimento 1.4 - «Sviluppo del biometano, secondo criteri per promuovere l’economia circolare», del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (di seguito anche solo “PNRR”).

Nello specifico, le misure del DM 2022, in sostanziale continuità con il Decreto interministeriale del 2.3.2018 (di seguito anche solo “DM 2018”), sono rivolte a promuovere la costruzione e il funzionamento di impianti di produzione nuovi, o convertiti, in Italia, in modo da sostenere la produzione di biometano da immettere nella rete nazionale del gas, per essere utilizzato sia nel settore dei trasporti, sia anche in quello del riscaldamento. L’aiuto è concesso cumulativamente sotto forma di: (i) sovvenzioni agli investimenti; (ii) tariffe di incentivazione.

I progetti sono selezionati mediante procedure di gara avviate dal GSE con la pubblicazione di bandi improntati a criteri trasparenti e non discriminatori. Al fine di beneficiare dei finanziamenti, la produzione di biometano dovrà essere conforme ai requisiti stabiliti nella Direttiva (UE) 2018/2001 e la costruzione, o la trasformazione, degli impianti dovrà essere completata entro il 30 giugno 2026.

In questo contesto, sono di assoluto rilievo due recenti novelle con cui il legislatore ha dimostrato grande attenzione verso il comparto del biometano.

Il riferimento è all’art. 18-bis del Decreto legge n. 104/2023, convertito dalla Legge del 9.10.2023, n. 136, pubblicata nella G.U. del 9.10.2023, n. 236 (di seguito “DL Asset”), oltreché all’art. 5-bis del Decreto legge n. 181/2023, convertito dalla Legge del 2.2.2024, n. 11, pubblicata nella G.U. del 7.2.2024, n. 31 (di seguito “Decreto energia”).

In particolare, con la prima previsione è stato introdotto un meccanismo di adeguamento della tariffa incentivante alla produzione di biometano, al fine di tenere in debito conto l’impatto dell’inflazione sui valori che, prima del predetto intervento legislativo, risultavano fissi e cristallizzati a quelli previsti nel DM 2022.

Con riferimento alla novità prevista dal Decreto energia, il legislatore è intervenuto al fine di modificare quanto disposto dal Decreto ministeriale n. 224 del 14.7.2023 del MASE, con cui era stato previsto un regime di assegnazione delle garanzie di origine del biometano (c.d. GO), in forza del quale – indipendentemente dal regime di incentivazione degli impianti (DM 2018 o DM 2022) – le stesse non sarebbero più state assegnate direttamente agli acquirenti, bensì trasferite a soggetti terzi, mediante asta pubblica. Tale sistema è stato superato dal predetto art. 5-bis del Decreto energia, ai sensi del quale le GO relative alla molecola prodotta da impianti incentivati ex DM 2018, verranno trasferite direttamente agli acquirenti.

 

3.      Prospettive future del comparto

A seguito delle novelle introdotte è stato registrato un netto incremento dell’interesse degli operatori ai bandi attuativi del DM 2022 del GSE, come confermato dal numero delle domande di partecipazione presentate al terzo bando attuativo del 22.12.2023, così come emerso anche durante il convegno nazionale Biogas Italy organizzato dal Consorzio italiano biogas e rigassificazione (di seguito “CIB”) lo scorso marzo 2024.

Il dato dimostra che gli interventi legislativi sono stati percepiti dagli operatori del settore come idonei a sostenere il comparto.

Del resto, che la filiera sia ritenuta una delle più rilevanti e concrete realtà mediante le quali perseguire il percorso di transizione energetica del Paese, trova conferma in quanto previsto nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (di seguito anche “PNIEC”), nella versione inviata lo scorso luglio dal MASE alla Commissione europea. Come noto il PNIEC è il documento programmatico mediante il quale in nostro Paese indica le politiche che dovrebbero consentire di raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica delineati dall’UE.

Come richiesto dalla Commissione, il PNIEC è in fase di rimodulazione da parte del MASE e, allo stato, sono in corso le audizioni sulla nuova bozza del Piano presso le Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati. In tale contesto, il Presidente del CIB, Dott. Piero Gattoni, ha avuto modo di rappresentare la propria condivisione dell’obiettivo indicato nel nuovo Piano di 5,7 miliardi di metri cubi di produzione di biometano al 2030, principalmente indirizzato all’uso nell’industria hard to abate, suggerendo di mantenere anche delle quote di biometano per la cogenerazione e per i trasporti pesanti, di navi e di aerei (cfr. Staffetta quotidiana del 9.4.2024 https://www.staffettaonline.com/articolo.aspx?id=384347).

A fronte dello scenario descritto è ragionevole attendersi che anche nella nuova versione del PNIEC il biometano ricopririrà un ruolo cruciale e che, pertanto, lo sviluppo del comparto continuerà ad essere al centro delle politiche volte a realizzare la transizione energetica.

 

a cura degli Avv.ti Clizia Calamita di Tria e Alessandro Vitali Casanuova

Studio Legale FRACCASTORO

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