Le sorti del San Raffaele potrebbero cambiare da qui a fine anno. Il consiglio di amministrazione della Fondazione Monte Tabor, che guida l'ospedale, ha inviato al tribunale fallimentare di Milano la regolamentazione per indire l'asta con cui verranno offerti a nuovi eventuali investitori gli asset della struttura, a rischio bancarotta. Viene così eseguita la decisione del giudice fallimentare Filippo Lamanna.
Dopo che il duo Vaticano-famiglia Malacalza aveva inoltrato un'offerta di 250 milioni al consiglio della Fondazione - che pur fondato da Don Verzé era nel frattempo finito nelle mani proprio del Vaticano - Lamanna, per evitare il conflitto d'interessi, aveva deciso di aprire il concordato anche ad eventuali altre offerte.
E puntualmente il cda lo ha fatto. Il nuovo regolamento prevede che per accedere all'asta serve un rilancio per gli asset di almeno 50 milioni di euro, poi si procederà con una gara competitiva. Lo stesso Vaticano, che è sceso in campo attraverso lo Ior, e la famiglia Malacalza hanno accettato il regolamento, rinunciando fin da subito a eventuali ricorsi.
Le offerte dovranno pervenire entro il 31 dicembre, mentre l'udienza per l'adunanza dei creditori al tribunale di Milano è stata fissata per il 23 gennaio 2012. In quell'occasione i creditori del gruppo ospedaliero voteranno la proposta di concordato ammessa dai giudici della seconda sezione civile. Serve il 60% di voti favorevoli per salvare il San Raffeale. Diversamente arriverà il fallimento.