di Valentina Magri
Scende a 237 mila il numero di avvocati in Italia, trascinato verso il basso dalla crisi di vocazioni della facoltà di giurisprudenza e dal calo demografico. Ma la salvaguardia della professione non passa dalla piccola protezione corporativa e dalla battaglia sugli equi compensi. «Bisogna facilitare l’aggregazione, per investire di più in tecnologia, formazione e dare un migliore servizio al cliente », afferma Alessandro De Nicola, il neosocio di BonelliErede. L’introduzione della Llp (Limited liability partnership) recentemente proposta da Aiga (Associazione italiana giovani avvocati) a suo parere va nella giusta direzione, ma non basta. «Bisogna attirare capitali e le aggregazioni sono precondizioni, perché le insegne di maggiori dimensioni possono contare su bilancio certificato e su un track record», spiega De Nicola.
Non solo gli studi, ma anche i singoli professionisti sono chiamati a evolversi, sebbene sopravvivranno, secondo De Nicola, quelli che forniranno un servizio di alta sartoria, forti di competenze, esperienza e contatti. «Ma non bisogna ignorare l’intelligenza artificiale, illudendosi che la professione sarà sempre personalizzata. Dobbiamo guardare con attenzione alla tecnologia, altrimenti altri lo faranno al nostro posto», avverte il professionista. A suo avviso, gli avvocati hanno margini di miglioramento, in particolare, nella necessità di capire a fondo il business dei clienti e come funzionano le imprese. «Non dobbiamo farci raccontare il business dalle imprese, ma specializzarci nei settori in cui lavoriamo. Dobbiamo diventare capaci in tempi brevi di governare la tecnologia, senza diventare dei tecnologi o degli informatici. Chi resta indietro su questo, corre il rischio di soccombere».
Clicca qui per leggere l'intervista completa su TopLegal Digital di maggio 2024 - n. 2
TAGS
BonelliErede AlessandroDe Nicola