ILLY RIAPRE IL MERCATO DEI BOND COLLOCATI CON VEICOLI ESTERI

La società di Trieste ha emesso la prima obbligazione dopo la "sanatoria" 2011 (decreto 98). Architettura complessa curata da White & Case, Legance e Loyens & Loeff

18-04-2012

ILLY RIAPRE IL MERCATO DEI BOND COLLOCATI CON VEICOLI ESTERI

A fine marzo è stato collocato il primo bond di una società non quotata che sfrutta la “sanatoria” del luglio 2011. L'emittente è il gruppo Illycaffè di Trieste, assistito per il diritto italiano dal team guidato da Andrea Giannelli di Legance, per gli aspetti di diritto olandese da Loyens & Loeff, e per gli aspetti di diritto americano dal team guidato da Michael Immordino (nella foto) di White & Case. Advisor finanziario è Bnp Paribas. L'obbligazione, per 66 milioni di dollari, ha scadenza il 29 marzo 2019 (sette anni) e garantisce un rendimento del 4,61 per cento.

Quella di Illycaffé è un'operazione benchmark. È in dollari, è tecnicamente e legalmente un Us Private placement (USPP), è stata emessa da un veicolo olandese e quoterà sul listino irlandese.

Questa architettura così complessa è il risultato del decreto 98 con cui, lo scorso luglio, si è cercato di sanare (appunto, con un decreto cosiddetto “salva Wind”) quelle strutture obbligazionarie costruite su “scatole” estere create ad hoc da società italiane non quotate (penalizzate fiscalmente da emissioni in Italia). Il provvedimento, in sostanza, riconosce la fattibilità di tali operazioni qualora: 1) i titoli emessi siano quotati su mercati regolamentati; 2) venga pagata una tassa di registro dello 0,25% sul valore della garanzia concessa dalla capogruppo italiana a favore degli obbligazionisti; 3) venga pagata una ritenuta del 5% sugli interessi corrisposti sui finanziamenti infragruppo (con i quali, in questo caso, la liquidità transiterà dal veicolo olandese alla casa madre di Trieste). Nel bond Illycaffé, dunque, il veicolo è olandese, il listino regolamentato è quello irlandese, il mercato dei sottoscrittori è quello degli Us Pp, oggi il mercato più attraente in quanto conta sulla presenza di investitori istituzionali (fondi pensioni e assicurazioni) orientati a questo genere di obbligazioni.

La società di Trieste agisce da apripista per i dettami del decreto 98. Di
fatto, l'obbligazione, come tutti gli USPP, è finita nelle mani di un ristretto numero di investitori i quali sono orientati a mantenerla in portafoglio sino a scadenza, e non sono interessati allo scambio dei titoli sul mercato. Di conseguenza, lo sbarco sul listino irlandese risulta necessario solamente per legittimare l'emissione in conformità alle previsioni del decreto 98. Il che suggerisce una riflessione sul modello adottato per consentire alle aziende non quotate di accedere al mercato dei capitali: il decreto 98 non solo sembra imporre costi non necessari e, soprattutto, non concorrenziali. Bensì sembra anche tradursi in situazioni paradossali (la quotazione) per titoli che storicamente sono poco liquidi.
L'azione di pressione esercitata in questi mesi sul Governo (e in particolare sul ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera) da parte di studi legali e banche, al fine di rivedere il complessivo impianto di tassazione delle obbligazioni delle società non quotate, potrebbe trovare nel bond Illycaffé un buon alfiere delle proprie posizioni.

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Grimaldi, Legance, White & Case AndreaGiannelli, MichaelImmordino BNP Paribas, illycaffè, IT.A.C.A


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