Scenari

Imprese e connettività, le sfide Ip e antitrust

In una tavola rotonda promossa da Trevisan & Cuonzo si è fatto il punto sulle sfide economiche e giuridiche della quarta Rivoluzione industriale

30-01-2019

Imprese e connettività, le sfide Ip e antitrust

 

L’incorporazione di tecnologie di telecomunicazione nei prodotti di consumo è una tendenza ormai molto diffusa in numerose aree industriali. Non soltanto in quelle intuitivamente più prossime all’argomento, come la telefonia mobile, ma anche nel mondo degli elettrodomestici, dove si sta sempre più sviluppando il sistema domotico, così come nel mondo dell’automotive, dove prendono piede i sistemi di connected car. La connettività, però, impone alle aziende la ricerca di un delicato bilanciamento tra esigenze di tutela Ip e diritto antitrust.

L’argomento è stato dibattuto nel corso della tavola rotonda “Connettività e IoT: sfide antitrust e Ip per le imprese”, organizzata lo scorso 24 gennaio da Trevisan & Cuonzo in media partnership con TopLegal. A discuterne Gianpaolo Accossato, general counsel di Magneti Marelli; Paola Brovelli, general counsel di Samsung; Mario Libertini, professore emerito di diritto commerciale a La Sapienza; e Vittorio Cerulli Irelli, socio di Trevisan & Cuonzo. 

L’integrazione di tecnologie di telecomunicazione all’interno dei prodotti industriali non può prescindere dalle tecnologie “essenziali”, che ne permettono l’interfaccia con le reti di telecomunicazione, a loro volta protette da brevetti “essenziali”. Vale a dire brevetti che hanno la particolarità di tutelare un aspetto specifico di uno standard e di essere essenziali per l’applicazione della norma tecnica stabilita da un organismo di normazione. Brevetti che sono potenzialmente infiniti. Basti citare i numeri di Samsung riportati dal Gc Brovelli: si parla di oltre 11mila famiglie di brevetti essenziali per 2G, 3G e 4G e di oltre 5mila famiglie di brevetti essenziali per il 5G, che definisce la quinta generazione di tecnologie che rispetta un insieme di requisiti per un certo standard comunicativo e si differenzia dagli altri standard precedenti per la velocità di connessione.

La sovrapposizione con il diritto antitrust si ha nel momento in cui i brevetti, proprio in quanto essenziali, possono attribuire un forte potere di mercato al loro titolare, con il rischio di mettere in difficoltà l’impresa che abbia necessità di accesso a quella particolare tecnologia. Per le imprese che guardano alla “connettività”, la disciplina dell’Ip risulta dunque strettamente correlata con quella antitrust. Tra queste imprese c’è anche Magneti Marelli tanto che lo stesso Gc Accossato ha sottolineato come la società da qualche anno abbia una vocazione di azienda elettronica in diverse linee di business, proprio per l’utilizzo di sistemi di connetività, legati ad esempio alla guida autonoma, dove si fa riferimento a migliaia di brevetti.

La peculiarità del diritto antitrust, in questo settore, è che deve assicurare un difficile bilanciamento: da un lato, entra in gioco per difendere l’imprenditore da attacchi brevettuali provenienti da altre aziende che cerchino, opportunisticamente, di estrarre rendite eccessive mediante la minaccia di provvedimenti giudiziali. Il diritto antitrust pone quindi una serie di obblighi in capo alle aziende che detengono brevetti essenziali, per riequilibrare il forte potere di mercato che altrimenti avrebbero i titolari dei brevetti. Al tempo stesso, è necessario che non si utilizzi il diritto antitrust per impedire il legittimo esercizio di brevetti essenziali nei confronti di quei soggetti che non abbiano intenzione di negoziare una licenza in buona fede.

La prima cosa da fare sarebbe stabilire quali brevetti sono essenziali e quali no. Una trasparenza che per essere assicurata, secondo il professore Libertini, dovrebbe richiedere l’istituzione di appositi organismi di verifica di essenzialità. Una volta garantita piena trasparenza sull’essenzialità di un brevetto, l’obiettivo diventa quello di assicurare un giusto equilibrio tra la sua protezione e le esigenze antitrust.

Al riguardo, si ha una disciplina uniforme a livello europeo, ma piuttosto uniforme anche a livello mondiale, con soluzioni che impongono ai titolari di brevetti essenziali l’obbligo di concedere in licenza tali brevetti, rispettando inoltre determinati obblighi di comportamento nei confronti degli utilizzatori; a loro volta questi ultimi sono sottoposti all’obbligo di negoziare, in buona fede, tale licenza.

Ecco che, secondo Cerulli Irelli, in questi casi gli studi legali hanno un ruolo importante già in fase di pre-contenzioso, soprattutto nella fase di negoziazione del contratto di licenza e di definizione degli obblighi delle parti. Il diritto antitrust e il diritto brevettuale raggiungono qui un equilibrio molto delicato, ma fondamentale non solo per ragioni giuridiche ma prima ancora economiche, data la portata che ogni claim può avere sul business di un’azienda.

 

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Trevisan & Cuonzo MarioLibertini, VittorioCerulli Irelli, GianpaoloAccossato, PaolaBrovelli Magneti Marelli, Samsung


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