Nelle ultime settimane sono accaduti fatti di estrema rilevanza per il settore legale del mondo pubblico.
Iniziamo con il recente Documento di Consultazione ANAC sui servizi legali, che ha evidenziato al di là di ogni ragionevole dubbio il principio chiave in materia di affidamento: la concorrenza (Documento di Consultazione ANAC).
Richiamando la Comunicazione interpretativa 2006/C 179/02 della Commissione Europea in materia di contratti “esclusi”, l’Autorità Anticorruzione ha premesso che non può “essere operata una distinzione tra concorrenza commerciale e concorrenza professionale”, concludendo per la necessità di adottare procedure concorrenziali anche nell’affidamento di incarichi legali in ambito giudiziale.
La costituzione di un elenco avvocati (albo) da parte dell’ente non è la soluzione per procedere ad affidamenti diretti, ma soltanto lo strumento per “restringere tra essi [i.e. tra gli avvocati iscritti all’albo] il confronto concorrenziale al momento dell’affidamento”. Tradotto: costruire un albo non è la soluzione ma soltanto la premessa. Quello che dovrà seguire è l’acquisizione di una pluralità di offerte formulate da avvocati iscritti all’albo, la loro comparazione e la scelta sulla base di criteri qualitativi ed economici (c.d. beauty contest). Il documento di consultazione ANAC non è peraltro un documento estemporaneo: l’Autorità Anticorruzione, fin dalla Determinazione 12/2015, ha posto evidente attenzione sugli “affari legali” e sul “contenzioso”, ritenute “aree con alto livello di probabilità di eventi rischiosi”.
Secondo fatto rilevante, la recente inchiesta della Corte dei Conti sugli affidamenti di incarichi legali da parte di Consip. Da quanto emerge, l’attenzione è stata rivolta tanto sull’opportunità di affidare incarichi legali ad avvocati esterni all’Ente, quanto sui volumi e gli importi di tali incarichi. Anche questa inchiesta si colloca in un contesto ben preciso, a valle di altre inchieste ampiamente pubblicizzate sul medesimo tema: Atac, Ama, Ferrovie del Sud Est e Poste Italiane, per citare le principali. Filo rosso: dubbi sui presupposti e sulle modalità di affidamento di incarichi legali.
Accanto al tema della legalità, sempre più spesso assume rilevanza il tema reputazionale, un tema che il mondo pubblico dovrebbe considerare con assoluto riguardo per gli effetti che esso è in grado di provocare sull’opinione pubblica. Gli operatori sono invitati ad una compliance sostanziale e all’abbandono di approcci talora soltanto formalistici. Non è più tempo.
Al riguardo, merita ricordare le esperienze di ANAS e GSE, due enti che da oltre un anno si sono dotati di processi ottimali per l’affidamento di incarichi legali, valendosi di piattaforme in grado di svolgere in modo semplice, rapido e tracciato procedure di beauty contest improntate a trasparenza e tracciabilità. La concorrenza, in fin dei conti, non è difficile da realizzare.