Prime letture Index sul Ftse Mib

Integrated governance, che sforzo quelle 16

Il 45% del Ftse Mib, tolti specifici casi, ha partecipato alla survey sulla governance integrata dimostrando che il buon governo della sostenibilità è un percorso avviato, su cui le società stanno investendo. Coinvolti dal Csr manager al general counsel passando dall'Hr

01-06-2016


La governance integrata è ancora lontana da Piazza Affari. Ma dalle principali aziende del listino milanese arriva un segnale importante: il buon governo della sostenibilità è un percorso avviato, sul quale le società stanno investendo. È il messaggio che arriva dall’elaborazione dei dati del questionario rivolto alle quaranta aziende del Ftse Mib nell’ambito della ricerca Integrated Governance Index di cui si anticipano qui le prime evidenze. I dettagli e i dati specifici saranno presentati nel corso del convegno Integrated Governance Conference che si terrà il 23 giugno a Milano con il supporto degli studi legali Dentons e Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners.

Il progetto, il primo osservatorio sul tema della governance integrata, è stato lanciato da ETicaNews e TopLegal con il supporto scientifico di Nedcommunity, Methodos e Sodali. L’obiettivo dell’indagine rivolta alle blue chip italiane è studiare la governance della sostenibilità, ossia come i fattori intangibili e non financial (Esg) vengono gestiti all’interno della società (non a caso al convegno di presentazione dei risultati, l’Integrated Governance Conference del 23 giugno, sarà presente anche Gian Paolo Ruggiero, dirigente Ufficio V della IV Direzione del Dipartimento del Tesoro, che in questi mesi è al lavoro sul recepimento della direttiva europea non financial, la direttiva 95/2014).

Il questionario ha interpellato le società di Piazza Affari su diversi aspetti della loro governance, dalla gestione degli interessi degli amministratori, alla presenza del comitato di sostenibilità, dalla politica di remunerazione alla politica di diversity del board. L’indagine ha suscitato molto interesse e talvolta qualche timore: tuttavia la percentuale di risposte ricevute è da considerarsi soddisfacente considerata la complessità dell’argomento. Hanno risposto 16 società e altre tre hanno iniziato il questionario senza però concluderlo. Considerando che un gruppo di cinque società non ha partecipato per ragioni legate a motivazioni esterne (delisting, cambio di proprietà, presenza nel campione già della holding, struttura societaria internazionale che complicava le risposte), la percentuale di feedback si è attestata attorno al 45 per cento.

A evidenziare quanto l’integrated governance sia tuttora un obiettivo non a portata di mano gioca anche la grande eterogeneità dei soggetti che hanno risposto. Al questionario hanno risposto in media tra i 2 e i 3 soggetti per azienda, dal Csr manager al General Counsel, passando anche (ma non solo) per la funzione Hr e l’head of governance. Da un lato, in linea teorica, questo può essere letto come un segnale di integrazione: l’attivazione di diverse figure chiave è un primo risultato di generazione di consapevolezza sulla trasversalità di impatto che l’integrated governance ha in azienda. Dall’altro, però, nella realtà, viste le difficoltà emerse nella gestione dei questionari (individuazione di un referente, confronto, spiegazione e richiamo), l’assenza di un referente preciso sembra più richiamare una difficoltà nel coordinare queste tematiche.

 

 

Fonte: articolo ripreso integralmente da ETicaNews, dove è stato pubblicato in data 1° giugno 2016.

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Dentons, Gianni & Origoni


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