di Valentina Magri
Il 2023 è stato un anno negativo per il private equity: secondo PwC gli investimenti nel settore in Italia hanno evidenziato un calo del 66% in valore rispetto all’anno precedente, con un con un totale investito di 8,16 miliardi di euro e secondo le stime di Deloitte un calo sul mercato italiano del 12% nel numero di operazioni, con 750 deal registrati. Le risorse complessivamente raccolte dagli operatori italiani sono risultate nel 2023 pari a 3,77 miliardi di euro, in calo del 36% rispetto all’anno precedente.
Colpa del maggiore peso sul totale degli investimenti in private market nei portafogli degli investitori istituzionali, dovuto al forte calo del valore degli investimenti nei mercati quotati avvenuto nel 2022. «Per ‘l’effetto denominatore’, di conseguenza, gli investitori istituzionali nel 2023 hanno dovuto ridurre le loro allocazioni al private capital, per non oltrepassare i limiti. regolamentari», spiega Ignazio Castiglioni, ceo e cofondatore di Hat sgr (acronimo di Holding All Together), società di gestione del risparmio nata con l’idea di “mettere tutti insieme” sia una serie di imprenditori desiderosi di investire nei private market sia investitori istituzionali.
Nel 2023, inoltre, è avvenuto un forte calo delle exit (le cessioni delle partecipate da parte dei fondi di private equity) a seguito anche della crisi inflazionistica e dell’aumento dei tassi di interesse. «I fondi di private equity spesso utilizzano la leva. Con tassi di interesse più alti è diventato più oneroso il costo del denaro, obbligando gli operatori ad optare per un livello di indebitamento inferiore, con conseguente riduzione delle disponibilità finanziarie per acquistare aziende e, a catena, del prezzo che gli stessi possono pagare, innescando – quindi – un mismatch delle aspettative tra acquirente e venditore», afferma Castiglioni.
L’intervista completa è stata pubblicata su TopLegal Digital di ottobre 2024 – n. 8. Registrati / accedi al tuo profilo per sfogliarla gratuitamente