Si è svolta nel pomeriggio di domenica scorsa la cerimonia di inaugurazione del primo impianto fotovoltaico in Iran interamente sviluppato, costruito e gestito da una società italiana controllata del gruppo Carlo Maresca, affiancato per tutti gli aspetti legali e fiscali da Roedl con un team basato tra l’Italia e l’Iran e composto da Massimiliano Perletti (in foto), partner dello studio di Milano, e Valerio Rugge, responsabile dell’Italian desk dell’ufficio di Teheran e coordinatore del team di professionisti iraniani. Il progetto, durato due anni, è un parco fotovoltaico installato su un terreno di 20 ettari sull'isola iraniana di Qeshm, dove trovano posto oltre 30mila pannelli fotovoltaici, posizionati su strutture in ferro zincato ancorate a terra mediante oltre 11mila puntelli.
TopLegal ha chiesto direttamente a Massimiliano Perletti le opportunità offerte dal Paese alle aziende italiane e ha fatto il punto sulla presenza iraniana di Roedl.
Cosa offre il mercato energetico dell’Iran alle imprese italiane?
Circa il 70% del Pil iraniano si regge sull'oil & gas, per il quale abbiamo un team dedicato. Naturalmente è un mercato oligopolistico attorno al quale, però, fioriscono i settori della produzione dei macchinari per l'estrazione e la raffinazione ovvero l'industria petrolchimica. Molto interessanti anche le tariffe incentivanti associate agli investimenti nel settore dell'energia rinnovabile e, specificamente, del solare. Anche in questo siamo riusciti a costruire una specifica expertise.
Quali altri settori industriali, oltre l’Energy, potrebbero attrarre gli operatori italiani?
L'Iran è un paese di 80 milioni di persone che si sta lentamente riaprendo. Ha necessità di tutto, o quasi. Occorre, come sempre, trovare il giusto compromesso tra qualità e prezzo. Si va dai beni per i consumatori (che però scontano forti politiche protezionistiche in particolare di natura doganale) ai macchinari per l'industria. Abbiamo lavorato nei più disparati settori: dalla desalinizzazione delle acque, alla pressofusione, dalla produzione e lavorazione di ceramica all'aviazione civile, passando per l'industria siderurgica e la cosmetica.
Roedl è l’unico studio europeo con presenza diretta nel Paese. Un bilancio?
Certamente positivo. Abbiamo aperto ad ottobre del 2016. Abbiamo scontato le difficoltà della fase di start up in un mercato complesso e per certi aspetti acerbo. Ma abbiamo anche beneficiato della nostra posizione di first-mover.
Com'è strutturata la vostra presenza in Iran? Prevedete investimenti sulla struttura?
Abbiamo recentemente cambiato sede per fronteggiare le esigenze di crescita. Ora l'organico consta di 17 persone tra professionisti e staff. Abbiamo avvocati specializzati nell'oil & gas e avvocati con un focus su tematiche corporate e, genericamente, business. A loro si aggiunge un team di fiscalisti ed esperti contabili. Poco dopo l’apertura dello studio abbiamo costituito al suo interno un Italian desk diretto e gestito da Valerio Rugge, al fine principale di fornire una consulenza mirata e specifica alla clientela italiana che opera con l’Iran. Siamo certamente in fase di forte espansione. La grande difficoltà è selezionare risorse professionali qualificate e quindi in grado di condividere l'ambizione della nostra sfida.
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