La Suprema Corte, accogliendo il ricorso di Nerio Diodà, fondatore dell'omonimo studio, ha annullato la confisca di 54 milioni di euro inflitta a Italease per violazione della legge 231.
La Cassazione ha così accolto il ricorso presentato da Diodà, secondo cui non vi era profitto da falso in bilancio. La confisca era stata disposta per presunta falsa comunicazione sociale in relazione ad illeciti nei prodotti finanziari derivati commessi durante la gestione, datata 2007, dell’allora amministratore delegato Massimo Faenza.
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