Parla Peter J. Kalis

«K&L CRESCE NEI MOMENTI DI CRISI»

28-06-2012

«K&L CRESCE NEI MOMENTI DI CRISI»

«La domanda non è “perché adesso?”. Ma è “perché non prima?”». Peter J. Kalis, numero uno mondiale del colosso americano K&L Gates, spariglia subito il tavolo da ogni dubbio sull’opportunità di aver chiuso la fusione con l’ex studio Marini Salsi Picciau in uno dei momenti più difficili per il business legale. In Italia e non solo. Sceso a Milano due giorni fa per l’inaugurazione dei nuovi uffici di quella che è diventata, dopo l’operazione dello scorso febbraio, la 41esima sede del network a livello internazionale, il chairman e global managing partner di K&L ha parlato chiaro: «I rischi ci sono ovunque. Il debito Usa non è inferiore a quello italiano. Ma il fatto è che noi cresciamo nei momenti di downturn dell’economia». Al punto che non ha nascosto l’obiettivo di «essere protagonista e non spettatore del processo di consolidamento avviato a livello mondiale».
Kalis, dunque, ha fiducia sul proprio modello «diverso dai competitor, perché integrato finanziariamente e strutturalmente, ma con autonomie decentrate. Noi non abbiamo un headquarter globale». Il che significa grande credibilità locale. E, in questa credibilità, «essere pronti ai grandi cambiamenti che una crisi come quella attuale porta con sé, a cominciare da un ruolo sempre maggiore del pubblico nel diritto privato». In questo scenario, «le law firm avranno un grande ruolo, i clienti avranno bisogno di legal». Kalis parla di un trend di lungo periodo che non è intaccato da adeguamenti congiunturali, come può essere un maggiore o minore potere contrattuale delle aziende: «La richiesta di consulenza sofisticata – dice – è cresciuta esponenzialmente negli ultimi trent’anni». In conseguenza di mercati complessi, di necessità di protezione («si cerca safety, protezione dell’Ip») e, appunto, di una progressiva estensione del pubblico nel privato che si traduce in moltiplicazione delle regole, dei vincoli e delle operazioni forzate.
L’Italia, dunque, non è un’eccezione. Anzi. Lo studio milanese, spiega Giampaolo Salsi, ha già preparato le condizioni per affrontare l’evoluzione di un’economia guidata dal pubblico, con l’arrivo, a inizio giugno di due nuovi soci Francesco Sanna e Andrea Pinto, rispettivamente  per le practice real estate e finance/banking. «Puntiamo sul real estate – dice Salsi – perché i tempi sono maturi per l’avvio della valorizzazione del patrimonio pubblico». Il finance, perché «oggi – continua – le infrastrutture hanno necessità di risorse. Ebbene, qui occorre innovazione. Ovvero, dobbiamo essere creativi e trovare nuove strade per recuperare risorse a sostegno dei progetti». Chi saprà giocare la partita del patrimonio pubblico e del finanziamento delle opere avrà di fronte anni di importante attività («e abbiamo già avuto segnali – interviene Kalis – che gli investitori esteri prima o poi torneranno in Italia»). Oltre a questi due ambiti, l’obiettivo è rafforzare l’Ip, il labour e il corporate. Ma senza parlare di budget. «Cerchiamo le persone giuste per l’investimento giusto». Protagonisti, appunto. E non spettatori. 

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K&L Gates FrancescoSanna, AndreaPinto, GiampaoloSalsi, Peter J.Kalis


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