Le aziende italiane confermano l’attenzione agli Esg nonostante le difficoltà di Covid19. L’Integrated Governance Index 2020, primo indice quantitativo che misura il grado di progresso nella governance della sostenibilità, ha infatti mostrato che ben 74 grandi aziende italiane hanno aderito quest’anno al progetto. Il risultato evidenzia un aumento di circa il 21% nella partecipazione rispetto al 2019, quando avevano partecipato 61 società. Raddoppiano le società non quotate che hanno partecipato, da 8 a 16. Coinvolti nella compilazione 354 manager, arrivando a una media di 5 figure manageriali per azienda (contro le 4 del 2019 e le 3 del 2018).
I risultati sono stati presentati martedì 14 luglio alla ESG Business Conference in versione digitale, organizzata da ETicaNews in collaborazione con TopLegal, con partner Dentons, Gianni Origoni Grippo Cappelli, Mercer Italia, ESGeo, Crédit Agricole, State Street e con partner istituzionali Assofondipensione, Air (Associazione investor relations), Andaf e il Cndcec (Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili). Nel complesso si sono registrati ai lavori oltre 780 professionisti della governance, della finanza, della compliance, della sostenibilità e del reporting, di cui circa 450 hanno preso parte agli eventi nell’intera giornata che ha visto un totale di 34 relatori.
«È in atto un vero e proprio cambio epocale che vede un passaggio dallo shareholder capitalism allo stakeholder capitalism» ha commentato Antonella Brambilla, partner corporate equity capital market di Dentons, durante il suo intervento nella sessione plenaria del mattino. Si sta passando da un modello incentrato sulla massimizzazione dei profitti ad un modello in cui le imprese, pur continuando ovviamente a perseguire un profitto, lavorano anche con, e prestando estrema attenzione a, gli altri stakeholder: oltre che azionisti e comunità finanziaria, anche risorse umane, clienti, fornitori, Stato ed enti locali, nonché, in generale, la comunità.
«La società e, in generale, il mondo manifatturiero e finanziari richiedono ormai ad imprese di qualunque dimensione, pubbliche o private, l’adozione e l’implementazione effettiva di modelli finalizzati alla creazione di valore nel lungo termine a beneficio degli azionisti, tenendo tuttavia conto degli interessi degli altri stakeholder; un cambiamento in termini di approccio e mentalità importantissimo per le imprese italiane, alle quali è richiesto uno sforzo, ovviamente commisurato alla relativa dimensione ed area di business, orientato alla realizzazione di uno sviluppo sostenibile, anche (e soprattutto) a tutela delle future generazioni. Le imprese private diventano dunque fiduciari (trustee) della società, in risposta alle numerose sfide sociali ed ambientali di estrema attualità».
Rispetto al passato le aziende stanno ragionando maggiormente sul loro "purpose", ovvero lo scopo della loro attività, concetto ormai presente anche nelle best practice internazionali. Si spazzano via i vecchi concetti di missione e visione ancorati agli obiettivi economico-finanziari per mettere al centro il rapporto dell’azienda con gli stakeholder.
«Il nostro purpose "aiutare le persone a costruire un futuro più sicuro prendendosi cura delle loro vite e dei loro sogni" illustra la nostra visione di lungo termine e il ruolo che vogliamo avere come assicuratore nei confronti dei nostri stakeholder» ha commentato Gabriele Galateri di Genola, presidente di Assicurazioni Generali, una delle società che hanno aderito all’Integrated Governance Index, posizionandosi tra i best case dell’Index. «Per affrontare le grandi sfide di oggi, incluse nella nostra matrice di materialità Generali adotta un approccio multi-stakeholder facendo leva su un solido sistema di governance, che ci permette di assicurare l’integrazione della sostenibilità nelle nostre decisioni di ogni giorno, come dimostrato anche nella risposta all’emergenza legata al Covid-19» ha continuato Galateri.
Il tema della solida relazione con gli stakeholder è stato un passaggio chiave anche dell’intervista al commissario Consob Anna Genovese che ha aperto i lavori della Conference. Per Genovese c’è la necessità di «individuare gli stakeholder che con le loro scelte determinano il successo, la resilienza e la longevità di una impresa e la necessità di empowerment di questi stakeholder. In termini di best practice, le imprese che usano una robusta matrice di materialità per l’individuazione degli stakeholder di riferimento e che si sono attrezzate per accrescere la loro positiva influenza sulla gestione dell’impresa sono certamente sulla buona strada».
I video e i materiali sono consultabili sulla piattaforma dell'evento a questo link.