Togliersi il cappello di libero professionista e mettersi quello di manager. Un esercizio non semplice, che chiede all’avvocato di ragionare non più e non solo in termini di tecnica del diritto, di mandati e di soluzioni legali innovative. Ma di acquisire nuove competenze: capacità di leadership, costruzione del gioco di squadra e allineamento a valori comuni, retention dei talenti, sviluppo strategico del business, comunicazione e marketing efficaci.
Tutte sfide che occupano i testi di management. Ma non quelli di giurisprudenza. Eppure è ciò che il mercato legale, sempre più competitivo e avviato verso nuove logiche, chiede al professionista di domani. O almeno, lo chiede alle insegne che vogliono crescere ed essere redditizie nonostante un Pil italiano ancora in folle, che puntano ad espandersi a livello geografico e di servizi, a sottrarsi alla soffocante logica della commodity, ad anticipare i nuovi trend di mercato e della domanda, a garantire il proprio posizionamento sul mercato. E lo chiede già da oggi.
Gli studi più sofisticati del mercato hanno riconosciuto la necessità di avere al loro interno professionisti in grado di affrontare le nuove sfide interne ed esterne, trasformandosi da tecnici del diritto a esperti di business, capaci di interpretare le esigenze di una nuova generazione di clienti italiani e di un mercato sempre più internazionale grazie a visione strategica e innovazione.
Non solo. Hanno riconosciuto la necessità di integrare negli studi figure manageriali e organizzative dalle competenze specialistiche, in ambiti chiave quali la gestione delle risorse umane, il business development, la comunicazione e il marketing. Quello che si profila è quindi uno studio legale sempre più guidato da principi e cultura aziendali.
Cosa hanno fatto fino a ora gli studi? Cosa devono ancora fare? E soprattutto, cosa possono imparare dalla controparte aziendale? Lo chiederemo mercoledì 26 ottobre nel TopLegal Summit di Milano a un panel di figure apicali di grandi studi legali che si confronteranno con i manager delle aziende sui temi caldi del percorso intrapreso. Agli esperti aziendali chiederemo di raccontare come hanno gestito i temi e i processi che oggi si trovano a dover gestire gli avvocati, portando la loro esperienza, le loro best practice ma anche la loro analisi sulle criticità.
Con questa edizione il TopLegal Summit inaugura sul tema un nuovo e innovativo format per avviare una riflessione strutturata e continuativa. Non solo momento di incontro tra domanda e offerta ma anche momento di condivisione e contaminazione di esperienze e best practice. Con l’ambizioso obiettivo di esplorare se c’è, e qual è, il confine oltre il quale emerge un limite invalicabile, oltre il quale lo studio non può andare in questo percorso verso la cultura e i principi aziendali. Nella convinzione che la nuova élite professionale è e sarà rappresentata da chi riuscirà a cogliere al meglio le nuove istanze senza snaturare le peculiarità dell’attività legale.