Pubblichiamo in anteprima un estratto della ricerca sul settore Labour effettuata dal Centro Studi TopLegal e pubblicata integralmente su TopLegal dicembre/gennaio 2014.
Nati a titolo sperimentale gli ammortizzatori in deroga sono stati introdotti per garantire una tutela agli esclusi delle tradizionali tutele sociali e soprattutto agevolare le numerose ristrutturazioni aziendali. Per effetto della crisi, i giuslavoristi si sono concentrati sulle consulenze nelle riorganizzazioni aziendali, nei licenziamenti collettivi e soprattutto nella gestione della cassa integrazione in deroga. Tra le tante riorganizzazioni vale la pena citare quelle a Intesa Sanpaolo, Bridgestone, Thule, Sirti e Nh Hoteles.
Tuttavia, date le difficoltà del governo Letta di garantirne la copertura anche per i prossimi anni, molti giuslavoristi vedono una modifica nelle richieste da parte dei propri clienti, orientate più ai licenziamenti collettivi rispetto ai contratti di solidarietà o di prossimità. Tale modifica da parte del mercato è fonte di numerosi contenziosi, d'altronde i trattamenti in deroga, iniziati nel 2009 e in molti casi non ancora terminati, hanno prodotto un congelamento dei beneficiari i quali avendo maggiori difficoltà nel ricollocarsi rispetto al passato tendono a ricorrere al contenzioso per ottenere il massimo risarcimento possibile. Analoghe considerazioni si possono fare per i mancati rinnovo dei contratti a progetto, somministrazione e agenti commerciali.
La riorganizzazione aziendale rappresenta il tema fondamentale anche nelle più rilevanti operazioni di M&a realizzate in Italia; addirittura alcune società ammettono che tra le principali difficoltà nell’acquisire una società vi sono i profili giuslavoristici dei dipendenti.
L’ambito previdenziale sta negli anni diventando un tema marginale e poco richiesto dal mercato, per effetto dell’espansione dei contratti «atipici» (nel 2012 sono stati più dell’80% delle opportunità create) e per la riforma Fornero che ha spostato in avanti l’età minima per accedere alla pensione. Mentre l’attenzione istituzionale e del mercato verso lo stipendio dei top manager rappresenta nei prossimi anni un campo in cui non mancheranno consulenze stragiudiziale e giudiziali.
Il mercato legale
Rispetto allo scorso anno, il lavoro rimane un settore in costante crescita. Si possono individuare due dinamiche principali del mercato dei servizi legali.
Accade che studi affermati in ambiti piuttosto transactional stanno tentando di rinforzare (e talvolta ricostituire) il proprio team interno. La costante domanda di consulenze esterne in operazioni di M&a ha prodotto un mercato sempre più competitivo in cui trovano spazio non solo le tradizionali boutique ma anche gli studi internazionali e le realtà nazionali full-service. Nelle operazioni da parte di acquirenti stranieri in cui viene richiesta una consulenza giuslavoristica, la scelta della casa madre è spesso legata alla disponibilità di una squadra italiana riconosciuta anche sul lato corporate. Il fatto di poter creare sinergie tra i vari dipartimenti rappresenta il valore aggiunto di insegne come Allen & Overy, Baker & McKenzie, Clifford Chance e Linklaters.
I passaggi di soci più importanti dell’ultimo anno, quelli di Valentina Pomares (da Carnelutti a Eversheds Bianchini) e di Paola Tradati con altri cinque professionisti (da Toffoletto De Luca Tamajo a Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners) illustrano questa dinamica e rappresentano il tentativo degli studi più rilevanti a livello nazionale e internazionale di poter competere per i mandati giuslavoristici.
Oltre la consulenza straordinaria, l’altro ambito rilevante nel mercato del lavoro, ovvero le riorganizzazioni aziendali e le conseguenti relazioni industriali volte spesso ai licenziamenti collettivi, è terreno di caccia soprattutto da parte delle boutique e pochi grandi studi full-service come Bonelli Erede Pappalardo. Le ristrutturazioni, i rapporti istituzionali e la consolidata esperienza spesso rappresentano il punto di forza delle boutique più affermate in grado di gestire situazioni problematiche che difficilmente i dipartimenti formati da tre o quattro professionisti degli studi full-service sono in grado di gestire da soli. Il ruolo degli studi specializzati è consolidato anche nel contenzioso, ambito in cui conta la capacità di mettere in campo specializzazioni strutturate. Mentre nelle controversie che riguardano lavoratori ex-somministrati, si stanno creando il loro spazio altri attori come Pavia e Ansaldo, Chiello & Pozzoli, Ls Lexjus Sinacta e Dla Piper.
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