Analisi

L’ostacolo numero uno alle fusioni tra studi legali

Con BonelliErede e Lombardi Segni che si apprestano all’integrazione, TopLegal esamina l’importanza della due diligence culturale

11-04-2019

L’ostacolo numero uno alle fusioni tra studi legali

 

L’integrazione di BonelliErede e Lombardi Segni riportata da questa testata ha acceso i riflettori sul tema delle fusioni tra studi legali. Molti hanno visto in questa operazione la possibilità di ulteriori fusioni nel mercato italiano. Tuttavia, nel dibattito in corso viene trascurato l’elemento più importante da cui dipende l’esito di un’integrazione.

La fusione tra due studi legali dovrebbe avere un solo obiettivo, ovvero, quello di creare una realtà più redditizia e con una base finanziaria solida in grado di soddisfare maggiormente le esigenze dei clienti. Per arrivarci serve valutare diversi fattori. I compensi dei soci, i margini, le sovrapposizioni tra practice, i conflitti, la reazione dei clienti: tutti questi fattori vanno pesati con cura. Eppure, queste considerazioni sono solo la punta dell’iceberg. Risorse finanziarie, attività e clienti incidono sì, ma in fin d’analisi le integrazioni tra studi hanno successo o falliscono per un altro motivo. Il fattore più importante si chiama: cultura.

La cultura interna di uno studio può sembrare un’astrazione di poco conto. Da parte loro, i professionisti non sempre hanno le idee chiare in merito. Cos’è la cultura di uno studio legale? È l’insieme di valori e di prassi che determinano quali comportamenti vengono premiati o penalizzati dallo studio. La cultura si riconosce soprattutto nel modo in cui vengono prese le decisioni, se la gestione sia trasparente o opaca, se predominano il consenso e la collegialità o le logiche verticistiche. 

Che lo studio venga gestito come una democrazia ateniese o secondo i principi del dispotismo illuminato, fa poca differenza. Gli esempi sotto gli occhi di tutti dimostrano che possono funzionare allo stesso modo diversi tipi di governo. Le insidie sorgono, invece, quando si incontrano due culture inconciliabili fra di loro. 

Il caso più eclatante del contrasto culturale rimane lo statunitense Dewey & LeBœuf. La fusione nel 2007 tra lo studio prediletto da Wall Street Dewey Ballantine e il conservatore LeBœuf Lamb Greene & MacRae creò una partnership divisa e sospettosa in cui vennero meno la collaborazione e il rispetto. I soci di Dewey consideravano LeBœuf privo di prestigio; da parte sua, LeBoeuf temeva che i partner improduttivi di Dewey avrebbero sottratto i loro profitti. Cinque anni dopo l’accordo, il mercato ha assistito al più grande collasso in ambito legale della storia.

Le integrazioni tra studi legali richiedono non solo una due diligence, ma un’apposita due diligence culturale. Queste analisi sono tanto importanti quanto difficili. Non vengono facilmente agli avvocati, soprattutto durante il grande fermento che si crea con la prospettiva di una fusione prossima. Ai professionisti spesso manca la consapevolezza e si scambiano per cultura i soli comportamenti dei singoli.  

Se i proprietari di uno studio hanno difficoltà nell’individuare la propria cultura, tanto più i consulenti esterni chiamati ad assisterli. Questi ultimi vengono spesso individuati sulla base del loro prestigio, non le conoscenze del settore legale che spesso risultano esigue. Diversamente, possono giocare un ruolo importante i clienti degli studi coinvolti; ma questi non bastano. Bisognerebbe estendere l’invito anche agli osservatori che conoscono il settore, quali i giornalisti e cacciatori di teste di fiducia. Metodo forse stravagante per alcuni ma nondimeno rivelatore anch’esso di una matrice culturale.


TAGS

BonelliErede, Dewey & LeBoeuf


TOPLEGAL DIGITAL

Scopri TopLegal Digital, nuova panoramica sull’attualità del mondo legal, finance e aziendale

 

Sfoglia la tua rivista gratuitamente


TopLegal Digital
ENTRA