Secondo i dati raccolti nel report stilato da Kpmg “Brusca frenata delle attività di M&a in Italia”, il primo trimestre del 2019 delude le aspettative e registra una forte diminuzione degli investimenti. Sebbene i volumi siano rimasti pressoché invariati in questa finestra temporale,165 operazioni chiuse contro le 167 dell’anno precedente, la brusca frenata del mercato si evince dal valore delle operazioni. L’inizio del 2019 ha registrato operazioni chiuse per un totale di 4,3 miliardi di euro, in calo rispetto ai 10 miliardi del primo trimestre del 2018.
Secondo Simone Arnaboldi, amministratore delegato di Arcadia Sgr, tra le molteplici ragioni della contrazione vi rientrano il quadro politico incerto, il rallentamento della crescita attesa del Pil, ma soprattutto il multiplo medio atteso sull’Ebitda delle aziende sul mercato, che nel 2018 ha raggiunto un valore di 10 volte superiore rispetto a un valore di 7-8 volte registrato sino al 2015, poi gradualmente cresciuto sino ai picchi attuali. «Il mercato – spiega Arnaboldi – non ritiene probabilmente più sostenibile queste aspettative di valore, anche perché il citato quadro politico ed economico rende meno facilmente disponibile il debito per acquisizioni».
Per Gennaro Imbimbo di Fondo Italiano d'Investimento Sgr, occorre altresì considerare che gli operatori del mercato potrebbero avere avvertito i primi segnali di inversione del ciclo economico, oltre all’attesa di alcuni importanti avvenimenti quali Brexit, le elezioni europee e il cambio ai vertici della Bce, che caratterizzeranno tutto il 2019.
Quello che più preoccupa, però, è che risulta piuttosto scarna anche la lista delle operazioni che sono già state annunciate ma che, formalmente, non si sono ancora concluse. Si tratta di mandati, secondo il report di Kpmg, il cui valore dovrebbe aggirarsi attorno ai 16 miliardi di euro. Troppo pochi anche solo per sperare di avvicinarsi ai controvalori annui registrati precrisi.
L’incertezza politica e normativa ha spaventato gli investitori stranieri, che hanno realizzato operazioni per 2 miliardi di euro in società italiane. Ma ne hanno risentito anche, e soprattutto, le operazioni domestiche, che hanno raggiunto un controvalore complessivo di soli 350 milioni di euro. Poche operazioni, anche se di alto valore, sono state quelle realizzate da società italiane all’estero. Infatti, il controvalore di 2 miliardi di euro è stato raggiunto quasi interamente grazie all’operazione di fusione tra Luxottica ed Essilor con contestuale delisting della prima.
In questo contesto vi sono, tuttavia, dei settori del mercato che continuano a progredire. Per Simone Arnaboldi la cosmetica, il design e l’arredamento, il mondo software e l’alimentare sono settori che continueranno a prosperare nei prossimi mesi del 2019. Gennaro Imbimbo ritiene che i settori di punta del nostro sistema industriale - quelli del cd. made in Italy - potranno risentire in maniera minore del rallentamento del mercato, sia perché l’appetibilità delle nostre imprese rimane alta, sia perché il processo di consolidamento settoriale ha connotazioni strutturali e, seppur lento, è ormai irreversibile. «Inoltre - prosegue Imbimbo - è importante sottolineare come l’ingente disponibilità di capitali, riconducibile anche agli operatori di private equity, non può che rappresentare una spinta per quel segmento del mercato M&a guidato da tale tipologia di operatori».
I settori a basso contenuto tecnologico e innovativo, specialmente i settori manifatturieri tradizionali e i produttori di beni intermedi sono, invece, quelli che rischiano di soffrire di più a causa di questa contrazione del mercato.
Cosa aspettarsi dunque nei prossimi mesi del 2019? Secondo gli osservatori si tratterà di un anno poco vivace e caratterizzato da una forte cautela da parte delle imprese. «Sarà – spiega Arnaboldi - un anno di riflessione, necessario a far assorbire ai potenziali venditori aspettative di valore basate su multipli più contenuti».
Secondo Imbimbo, però, chi ha già intrapreso un’operazione M&a continuerà a portarla avanti, seppur prestando particolare attenzione agli andamenti del mercato finanziario in generale. «In un paese a forte connotazione manufatturiero come il nostro – chiarisce Imbimbo – la logica industriale tende sempre a prevalere su quella finanziaria, anche se l’una non può non tenere conto della condizione dell’altra».
Entrambi i professionisti segnalano che il prossimo trimestre potrebbe vedere una possibile accelerazione qualora si riducano le incertezze legate al quadro politico ed economico del Paese.
Trend dell’M&a in Italia
Fonte: Kpmg Corporate Finance
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