Moda

La Corte di Appello di Milano dà ragione a Liu Jo

Max Mara non ha il “copyright” su piumini con accessori staccabili

19-06-2017

La Corte di Appello di Milano dà ragione a Liu Jo

Max Mara ha promosso presso il Tribunale di Milano contro Liu Jo, assistita da Siblegal una causa nella quale l’azienda della famiglia Maramotti ha accusato Liu Jo di aver copiato, in alcuni suoi piumini, una pretesa caratteristica peculiare dei piumini “Cube” di Max Mara, definita “modularità”, sulla quale Max Mara stessa vanterebbe il “copyright”. Siblegal ha agito con il managing partner Pier Luigi Roncaglia e i partner Carloalberto Giovannetti e Francesco Rossi.

Secondo Liu Jo, con la parola modularità Max Mara avrebbe in realtà indicato la caratteristica di accessoriare i piumini con parti staccabili (come cappucci, colli, polsini e così via), vale a dire una caratteristica generalmente adottata nei capi di abbigliamento. Le tesi di Liu Jo sono state pienamente accolte prima dal Tribunale di Milano e poi dalla Corte di Appello di Milano, che ha rigettato tutte le richieste di Max Mara, condannandola al pagamento delle spese legali. La Corte di Appello ha in particolare ribadito che “la possibilità di togliere e mettere pezzi ed accessori ad un particolare capo di abbigliamento” non può considerarsi nuova e originale, e che comunque i piumini di Liu Jo si differenziano “in modo palese” da quelli di Max Mara. La sentenza non è ancora definitiva, essendo pendente il termine per impugnarla in Cassazione. 

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SIB Lex Pier LuigiRoncaglia, CarloalbertoGiovannetti, FrancescoRossi Max Mara Fashion Group, Liu Jo


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