Cresce di altri 3 milioni il fatturato di Lombardi Molinari Segni, che nel 2015 ha registrato entrate per 28,5 milioni, contro i 25,5 dell'anno precedente e i 23,5 del 2013. Ed è proprio nel 2013 che lo studio fondato da Giuseppe Lombardi (in foto a sinistra) e Ugo Molinari (in foto a destra) ha deciso di mettere il turbo. Dapprima con una frenetica campagna acquisti, con l’integrazione dello studio Schlesinger Anelli, che ha visto l’ingresso di Franco Anelli in qualità di of counsel. E poi con l’allargamento in insegna ad Antonio Segni, che ha traslocato dal proprio studio Labruna Mazziotti Segni con Andrea Mazziotti di Celso e Federico Vermicelli (tutti equity), dando vita a partire dal 1° gennaio 2014 al nuovo brand Lombardi Molinari Segni. Oltre ai lateral, da segnalare anche un corposo giro di promozioni interne che aveva portato a 4 nuovi equity, 3 nuovi salary e 4 nuovi senior associate. Nel corso del 2015, la crescita della squadra subisce un freno. Da segnalare infatti un unico ingresso, quello del salary partner Simone Brambilla, proveniente da Chiomenti.
Ciò che, invece, non ha subito alcuna battuta d'arresto è il flusso di lavoro. Non c’è dubbio che negli ultimi anni lo studio si sia avvantaggiato della critica situazione economica e di mercato, che ha sostenuto le practice specialistiche della struttura. In tempi di crisi la disponibilità di liquidità è limitata, e favorisce l’impennata del contenzioso. Il posizionamento alto dello studio lo spinge tutt’oggi verso il contenzioso bet-the-company con margini alti e rispetto al quale emerge come leader nel quadro competitivo. Tuttavia, non di solo contenzioso e ristrutturazioni vive l'insegna, che nel corso degli ultimi due anni sta fltri avorendo un’organizzazione più strutturata che permetta di bilanciare una practice rispetto all’altra, guardando alla reciproca integrabilità e incoraggiando la tridimensionalità dei servizi attraverso la creazione di altri dipartimenti, che a oggi sono Banking, Project Finance, Ip e capital markets.
Tra i mandati seguiti nel corso del 2015 si ricordano l'assistenza a MPS nel raggiungimento di un accordo con Nomura, per la risoluzione transattiva del contenzioso sul derivato Alexandria, che nel 2013 aveva originato una doppia causa, una a Firenze e una a Londra. Inoltre, ha prestato assistenza a dodici banche nella vendita della maggioranza del capitale sociale dalle stesse complessivamente detenuto in Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane a Mercury Italy, veicolo indirettamente partecipato dai fondi Bain Capital, Advent International e Clessidra. Ed è stato uno dei principali protagonisti nel settore del restructuring dell’ultimo anno, sia dal lato della società che del ceto bancario. Tra le operazioni seguite si cita l’assistenza al pool di banche creditrici in un accordo per la ristrutturazione dell’indebitamento finanziario di Sorgenia per un valore complessivo di circa 2 miliardi.
Con un occhio al 2016, va detto che anche il nuovo anno si è aperto con un'operazione sistemica per lo studio, che è stato protagonista della fusione tra la Banca Popolare di Milano e il Banco Popolare.
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