La giustizia europea dà ragione a Persidera con Caravita e Sabelli

Persidera (gruppo Tim), assistita da Cdt&a-Caravita di Toritto, con Beniamino Caravita di Toritto e Annalisa D'Urbano, e da Sabelli con Luca Sabelli e Francesca Pace (che nel frattempo ha lasciato lo studio per continuare in proprio), ha vinto in Corte di Giustizia Ue in merito alla illegittimità dei criteri di conversione delle reti applicati dalle Autorità nazionali in favore degli operatori dominanti (Rai e Mediaset) e a detrimento della concorrente, per violazione della normativa nazionale nonché delle direttive quadro (2002/21/CE), autorizzazioni (2002/20/CE) e concorrenza (2002/77/CE). 

Le regole italiane di conversione delle frequenze analogiche in digitali appaiono incompatibili con le norme europee, con particolare riferimento al fattore di conversione dei canali analogici. Rai e Mediaset - assistite, rispettivamente, da De Vergottini e da Gian Michele Roberti e Giuseppe Rossi - hanno beneficato di un tasso di conversione pari al 66,67 % (ottenendo l’assegnazione di due multiplex ciascuna per i tre canali analogici precedentemente posseduti, ivi incluse Rai Tre e Rete 4), mentre a Persidera è stato applicato un fattore del 50% (divenendo assegnataria di un multiplex contro i due canali analogici a suo tempo legittimamente eserciti, La7 ed Mtv).  

Secondo la Corte siffatti tassi di conversione divergenti “hanno pregiudicato maggiormente la Persidera rispetto alla RAI e a Mediaset”, ciò con conseguente violazione dei principi di non discriminazione e di proporzionalità. Toccherà a questo punto al Consiglio di Stato assicurare l’attuazione del decisum dalla Corte di Giustizia in sede di definizione della controversia dinanzi al medesimo pendente, nell’ambito della quale Persidera ha, tra l’altro, avanzato una richiesta di risarcimento dei danni subiti.