LA "MESSA IN SCENA" DELLA MEDIAZIONE

02-04-2012

LA "MESSA IN SCENA" DELLA MEDIAZIONE

Come si fa una mediazione? Qual è il ruolo del mediatore? Per chi non avesse ancora afferrato e compreso bene le dinamiche della mediazione, sarebbe bastato andare a teatro. Già, perché adesso, con i riflettori ormai sempre accesi su un tema bollente per l'avvocatura, la mediazione è "andata in scena".

Mediamo, ente accreditato dal Ministero della Giustizia per tenere corsi di formazione per mediatori civili e commerciali e gestire procedimenti di mediazione, ha pensato di organizzare una vera e propria rappresentazione in palcoscenico di una mediazione, per esplorarne tutte le caratteristiche, trovando un modo originale e immediato di evidenziarne i meccanismi.
Con attori professionisti e la disponibilità di alcuni avvocati mediatori, è stata presentata al teatro Filodrammatici una piéce di una mediazione realmente avvenuta. Alla platea è stata proposta una vera cronistoria di cosa accade davanti al mediatore. «Il teatro - afferma Cristina Menichino, avvocato e socio di Mediamo - è il luogo per eccellenza che consente di rappresentare le emozioni delle parti e di permettere agli spettatori di immedesimarsi nei fatti rappresentati. Infatti, il palcoscenico,  è considerato come il luogo più efficace per far passare dei contenuti, rispetto ad una lezione frontale».

La legge è entrata in vigore il 21 marzo dello scorso anno, ma ci sono ancora ampi margini di approfondimento su come in realtà avvenga la mediazione e quali siano i punti d'incontro e le divergenze rispetto al consueto percorso giudiziario.

La mediazione nasce dalla volontà di decongestionare i tribunali e ridurre i tempi della giustizia ordinaria. «Si tratta - dice Menichino - di uno strumento alternativo alla giurisdizione, molto efficace per risolvere i conflitti e che si diversifica dal giudizio per il metodo adottato ed il risultato che può raggiungere: il mediatore, grazie alle tecniche che ha acquisito, aiuta le parti a raggiungere un accordo, che è voluto dalle parti e non è imposto da un terzo, come nel caso della sentenza cui le parti sono assoggettate nel giudizio. Il grande vantaggio della mediazione è che ristabilisce la comunicazione e la relazione tra le parti che si è deteriorata a seguito del conflitto. Nel giudizio invece la sentenza si limita a stabilire chi ha torto e chi ha ragione, ma non recupera la relazione delle parti».

«Nella mediazione - spiega l'avvocato - è compito del mediatore far emergere dalle parti i loro interessi e bisogni, ossia le motivazioni profonde che si celano dietro al conflitto, al di là delle pretese e dei diritti che si fanno valere in un giudizio. In quest’opera è molto importante che emergano le emozioni e i vissuti grazie alle domande e alla capacità di ascolto del mediatore. I soggetti coinvolti possono sfogarsi e far emergere le vere ragioni del conflitto».






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