LA PARCELLA ATOMICA

Nell'attesa che si decida la svolta atomica con il referendum, gli studi si preparano ad assistere le nuove centrali

03-03-2011

LA PARCELLA ATOMICA

In questi giorni,  stiamo assistendo ad un'accesa discussione sulla possibile sospensione dell'erogazione degli incentivi alle rinnovabili avanzata dal ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani. Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo per il recepimento della direttiva 2009/28 sulla promozione delle rinnovabili ma il testo su cui è stato trovato l'accordo non prevede più il tetto degli 8.000 Mw, rinviando le decisioni sulla revisioni degli incentivi a giugno. A fronte di questi tentennamenti sulle rinnovabili, il Governo sembra intenzionato a procedere speditamente verso il ritorno al nucleare. Come racconta la storia di copertina del numero di TopLegal di Marzo 2010, tra il 20 aprile e il 20 giugno ci sarà il referendum. Ma mentre si intavolano discussioni pubbliche tra gli attivisti del nucleare  e i contrari all'atomo e si attende il referendum, si muovono i primi passi verso la costruzione di centrali (se ne prevedono 8 da 1.600 mw ciascuna con la piena capacità raggiunta al 2026). Come racconta la storia di copertina di questo mese, dell'imminente svolta nucleare, sembrano essere convinti anche gli studi legali interpellati da TopLegal.
Il 57,89% degli intervistati, infatti, è convinto che presto si passerà all'atomo; il 36,84% ha preferito non esprimersi sull'argomento e solo il 5,27% si è detto scettico sul ritorno al nucleare.  L’eventuale svolta atomica potrebbe alimentare un mercato da 80 milioni di euro solo relativo alla consulenza legale. A detta di Giannalberto Mazzei, partner di Macchi di Cellere Gangemi, «si potrà arrivare fino a 10 milioni complessivi per le attività legali relative alla fase di autorizzazione e messa in esercizio di un singolo impianto nucleare». Per il  partner di Watson Farley & Williams, Eugenio Tranchino, responsabile del dipartimento di Energy,  la sola attività legata al Project finance di una centrale, in termini di assistenza legale, potrebbe valere tra i 150 e i 200 mila euro. Lo studio inglese punta molto sul nucleare, «questo è un settore particolarmente importante per noi», conferma il socio, «circa il 15-20% del fatturato arriva proprio da operazioni legate al nucleare, e nei prossimi 24 mesi, potrebbe arrivare al 30%».
Dopo 24 anni, dunque, gli italiani torneranno alle urne per pronunciarsi sulla possibilità di un ritorno al nucleare. La Corte Costituzionale ha, infatti, dichiarato ammissibile la proposta di referendum sul nucleare presentata dal partito di Antonio Di Pietro, l'Italia dei valori, ad aprile del 2010. Adesso il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a seguito della deliberazione del Consiglio dei Ministri,  fisserà la data, compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi, per il voto.
Il ritorno al nucleare, secondo Faith Birol, capo economista dell’Agenzia internazionale per l’energia,  farebbe risparmiare da 4,5 a 11 miliardi di euro all’anno. I dati riportati da Birol si riferiscono alla ricerca  realizzata da The European House-Ambrosetti per Enel ed Edf, che afferma,  inoltre, che la produzione di energia vedrebbe una riduzione dei costi fino a 69 miliardi di euro e anche le emissioni di anidride carbonica subirebbero un calo fino a 381mila tonnellate.
La ricerca ha poi precisato che ogni impianto porterebbe 2-3 miliardi di euro di commesse per le aziende italiane e oltre 10mila posti di lavoro.

Tra gli studi italiani che hanno seguito operazioni nel nucleare, c'è  Pavia e Ansaldo. «Abbiamo assistito la Ansaldo Camozzi nella negoziazione e definizione dei contratti d'appalto», ricorda Carlo Del Conte, partner dello studio, «relativi a tre coppie di generatori di vapore commissionati dalla utility americana Aps per la centrale di Palo Verde in Arizona, per cui è stata necessaria una conoscenza della normativa internazionale e degli standard di appalto del settore». Tonucci e Bonelli Erede Pappalardo, hanno operato entrambi come advisor di Sogin; mentre Macchi di Cellere Gangemi si è occupato dell'analisi normativa per un operatore internazionale.
(La versione integrale dell’articolo è sul numero di Marzo 2011 di TopLegal).


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