Qual è l’attuale quadro del diritto penale tributario in seguito alla riforma del 2015 e l’introduzione del reato di autoriciclaggio? Se ne è discusso giovedì 14 dicembre a Milano durante l’incontro “La riforma del diritto penale tributario e dell'autoriciclaggio. Profili giurisprudenziali e dottrinali nazionali ed europei ad oltre due anni dalla novella”, organizzato da TopLegal – in collaborazione con Perroni, nonché con la partecipazione di Cagnola.
L'incontro è stato l'occasione per approfondire, a oltre due anni dalla riforma, gli orientamenti dottrinali e giurisprudenzali, nazionali ed europei, in ordine alla fattispecie di autoriciclaggio e sulle principali problematiche che la riforma del diritto penale tributario ha determinato.
Relatori del convegno sono stati Riccardo Michelutti, partner di Maisto; Andrea Saccucci, professore di diritto internazionale presso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli nonché managing partner dell’omonimo studio; Carlo Nocerino, procuratore aggiunto della Repubblica del Tribunale di Brescia; Fabio Cagnola, fondatore di Cagnola & Associati e, Giorgio Perroni, managing partner dello studio Perroni & Associati.
Michelutti, attraverso un’approfondita disamina storica - dal 1990 ai giorni nostri - su come si è evoluta la normativa in tema di elusione fiscale e abuso del diritto, ha svolto alcune considerazioni sulle possibili ricadute penalistiche alla luce dell’indicazione normativa del 2015 e di alcune pronunce giurisprudenziali sull’articolo 10-bis ancora, purtroppo, fonte di molte incertezze.
Punto di vista internazionale per Andrea Saccucci, che si è interessato del tema del ne bis in idem nel contesto a cavallo tra il diritto tributario e il diritto penale e alla tematica del doppio binario, diventato di grande attualità grazie a una serie di interventi di livello sovranazionale della corte di diritti dell’uomo e della corte di giustizia dell’Unione Europea.
A due anni dal varo delle riforme sui reati fiscali, Nocerino ha fatto un breve bilancio mettendo il luce la scarsa attività processuale generata dalla nuova riforma. Secondo il Pm, infatti, a fronte dell’ampliamento della platea dei soggetti attivi passibili di reato di frode fiscale, non si è avuto un corrispondente aumento delle notifiche di reato e dei procedimenti.
Riprendendo l’intervento di Nocerino, Cagnola ha continuato in materia di dichiarazione infedele, analizzando nel dettaglio l’apertura dei confini della frode fiscale, confermando però come i nuovi processi in tema di frode fiscale siano ancora in numero ridotto. La risposta, per Cagnola, sarebbe da ricercare nei confini poco chiari tra l’articolo 3 e l’abuso del diritto non punibile ai sensi dell’articolo 10-bis.
Ha concluso il convegno Giorgio Perroni, il quale si è concentrato più specificatamente sul reato di autoriciclaggio e su alcune pronunce giurisprudenziali. Partendo dall’autoriciclaggio inteso come “condotta di impiego, sostituzione o trasferimento di denaro, beni o altre utilità in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza delittuosa”, il professionista, con l’aiuto di alcune sentenze ha definito i limiti delle attività economiche e precisato cosa si intenda con l’azione di ostacolo concreto.
Successivamente, si è concentrato sui rapporti tra reato di autoriciclaggio e suoi reati presupposti sottolineando la possibilità di uno strano sfasamento cronologico. Data la focalizzazione del reato tributario sul momento della dichiarazione, il reato di autoriciclaggio potrebbe essere temporalmente precedente a un reato tributario presupposto.
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