Fusione BonelliErede/Lombardi Segni

La partita si fa interessante

Il tanto atteso consolidamento del mercato italiano potrebbe presto compiere un passo in avanti

26-03-2019

La partita si fa interessante



Se dovessero confermarsi le voci di mercato sull’ipotesi di una fusione tra BonelliErede e Lombardi Segni, saremmo in procinto di vedere emergere il più grande studio legale di sempre in Italia. Stando ai numeri attuali pubblicati sui rispettivi siti, l’integrazione di BonelliErede e Lombardi Segni potrebbe a una realtà di 487 professionisti, di cui 109 soci, capace di fatturare tra i 165 e 175 milioni di euro all’anno.

L’operazione non dovrebbe sorprendere chi è stato abituato a osservare il comparto legale italiano negli ultimi due decenni. Al contrario, ci si potrebbe chiedere perché una mossa di questa portata non si sia consumata prima, soprattutto con la normalizzazione per mano della crisi economica. Il mercato italiano dei servizi legali è da sempre un mercato frammentato con poca propensione al consolidamento, a differenza di quanto avvenuto in Francia, Germania e Spagna.

L’ultimo tentativo per completare una fusione di peso non è riuscito a fare molta strada. Dopo l’accordo tra i 130 avvocati di Grimaldi e la squadra uscita dal fallito Dewey & LeBœuf, si è staccato sei mesi dopo il gruppo successivamente ricostituitosi con l’insegna Gattai Minoli a fine 2012. Bisogna risalire ai primi anni Duemila, all’epoca dello sbarco dei grandi studi internazionali provenienti da Londra, per veder realizzarsi in Italia integrazioni significative tra insegne di prima fascia. L’ultima operazione tutta italiana di dimensioni significative è stata ancora più lontana nel tempo con la fondazione dell’allora Bonelli Erede Pappalardo avvenuta nel 1999.

Per BonelliErede, si prospetterebbe la prima operazione rilevante di espansione sul fronte domestico negli ultimi anni che ha visto lo studio dedicarsi piuttosto all’espansione all’estero. L’inaugurazione di una presenza in Africa, con lo sbarco in Egitto ed Etiopia nel 2016, è stata seguita dall’apertura a Dubai annunciata nel 2017. La fusione con Lombardi Segni potrebbe rappresentare il più recente anello di una strategia intrapresa nel 2011 con l’avvio di un ampio progetto di riforma interna. La riforma ha incluso il confluire nel lockstep dei soci rainmaker e l’istituzionalizzazione dei rapporti con i clienti dello studio.

Per Giuseppe Lombardi si tratta di una possibile quarta fusione della carriera. Dopo la separazione dal maestro Piero Schlesinger nel 1996, Lombardi si è unito a Pedersoli nel 2001 prima di iniziare il lungo e proficuo sodalizio con Ugo Molinari che ha dato vita a Lombardi Molinari nel 2003. 

Sulla carta, l’operazione comporterebbe sinergie evidenti per il contenzioso societario nonché per il settore crisi e ristrutturazioni. In entrambi i casi si creerebbe un polo di assoluta eccellenza e superiorità sul mercato italiano. 

Il dialogo attualmente in corso dovrà mettere in conto e risolvere i presumibili conflitti di clienti che nascerebbero tra le due formazioni. Nell’agenda, anche il problema della marginalità che in passato ha impedito più di una fusione tra studi italiani e internazionali. I numeri pubblici dicono che BonelliErede ha una leva tra soci e collaboratori di 1:4,9 mentre la leva di Lombardi Segni si attesta a 1:3,3. Dietro i numeri, vi sono inoltre due associazioni con governance e culture interne diverse da unire.

 

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BonelliErede, Pedersoli, Grimaldi, Dewey & LeBoeuf, Gattai Minoli GiuseppeLombardi, UgoMolinari, PieroSchlesinger


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