La Pfizer, colosso farmaceutico americano, ha accettato di versare 75 milioni di dollari (56 milioni di euro) alle autorità locali di Kano, città del nord della Nigeria, come risarcimento per i danni provocati da un farmaco che, testato in un campo profughi, causò 11 morti. Una parte dei soldi, 35 milioni di dollari, andrà ai familiari delle vittime e ai bambini rimasti menomati, mentre altri 30 milioni saranno utilizzati per ristrutturare l'ospedale delle malattie infettive; il resto servirà a coprire le spese legali sostenute dallo Stato di Kano.
Era il 1996 e un'epidemia di meningite stava uccidendo migliaia di persone nel Paese africano. I medici della Pfizer scelsero 200 bambini da curare con il Trovan, una nuova medicina che, nelle speranze della casa farmaceutica, sarebbe diventata l'antibiotico a largo spettro del futuro. Ma il farmaco non ebbe l'effetto sperato, anzi: 11 bambini morirono e altri rimasero sordi, ciechi o con danni permanenti al cervello.
Tredici anni dopo, a ottenere giustizia per le famiglie africane danneggiate in una causa collettiva senza precedenti sono stati l'avvocato nigeriano Etigwe Uwo e il divorzista del Connecticut Richard P. Altschuler.
«L'esperimento», è stata la conclusione di una commissione di esperti, «era illegale e non autorizzato. Un chiaro caso di sfruttamento dell'ignoranza».
La vicenda ha ispirato il romanzo di John Le Carré “The Constant Gardener”.
La vicenda ha ispirato il romanzo di John Le Carré “The Constant Gardener”.