Mondo Giovani

La primavera dei corsi per l’esame di Stato

In forte aumento iscritti e corsi per la preparazione all’esame per l’abilitazione alla professione. I motivi del trend

05-03-2019

La primavera dei corsi per l’esame di Stato

 

I corsi in preparazione dell’esame di Stato di avvocatura spuntano come funghi in tutte le corti d’appello d’Italia. Il motivo del successo è semplice: nessun ragazzo è preparato a sufficienza per un esame così omnicomprensivo. Il percorso della pratica legale, infatti, è ormai volto all’iper specializzazione del praticante mentre l’esame richiede ancora una preparazione generale.

L’esame di Stato è un passaggio obbligato per il praticante avvocato che, al termine dei 18 mesi di pratica, deve affrontarlo al fine di conseguire il titolo di avvocato. E così ogni anno, attorno alla metà di dicembre, migliaia di giovani professionisti devono affrontare tre giorni intensi in cui devono redigere due pareri (uno in materia di diritto civile e uno in materia di diritto penale) e un atto a scelta tra diritto civile, penale e amministrativo. Ciascun giorno il candidato ha 7 ore per completare il proprio compito, che - tra preparazione e dettatura - diventano circa 10 ore di agonia. 

Senza pause e senza paure, i giovani aspiranti avvocati – ancorati al proprio banco 1mx1m – devono dimostrare tutte le abilità acquisite nella tecnica di redazione dei pareri e degli atti, oltre alla necessaria preparazione in ciascuna delle materie. Come si affronta questa vera e propria maratona per il fisico e per la mente? Con tanta determinazione ma, soprattutto, con una buona preparazione. 

Di qui gli innumerevoli corsi di preparazione all’esame scritto, che stanno nascendo in tutte le corti d’appello d’Italia. Come anticipato sopra, il motivo del successo di questi corsi risiede nell’inesperienza dei ragazzi al termine del praticantato. Infatti, il candidato può avere una buona preparazione nella materia in cui sta facendo la pratica legale, ma non può certo conoscere tutto. Così il praticante avvocato che è stato assunto dallo studio legale per occuparsi di diritto commerciale, nulla saprà sulle successioni che pur sempre fanno parte della branca del diritto denominata “diritto civile”. E men che meno conoscerà l’omicidio colposo, che rientra nel diritto penale. Senza contare che, nel caso specifico, il ragazzo non avrà mai scritto un atto in vita sua. Tutto ciò è condito con una difficoltà in più: un conto sono i pareri e gli atti che si redigono in studio, ma ben altro sono quelli che occorre scrivere (a mano, in 7 ore e senza ausilio delle banche dati) in sede di esame. 

Consapevoli della propria impreparazione, i futuri avvocati corrono ai ripari e si iscrivono ai numerosi corsi in preparazione dell’esame. Le formule offerte ai ragazzi sono le più disparate: dal corso annuale più teorico, al corso bisettimanale iper-pratico. In generale, però, si può scorgere un fattore comune in tutti. La quasi totalità dei corsi di preparazione all’esame promette principalmente di insegnarti un metodo di scrittura, che risulterà fondamentale in sede di esame. Infatti, la prima cosa da assicurare è la chiarezza espositiva, che si ottiene dando ai ragazzi linee guida specifiche. Partendo da questa base comune, l’offerta poi varia: c’è chi dà più importanza alle conoscenze teoriche, prevedendo lezioni frontali e lo studio dei principali istituti giuridici, e chi invece punta tutto sulla pratica facendo acquisire le nozioni tramite la scrittura di pareri e atti, che poi vengono corretti in aula. 

Da qualche anno a questa parte anche la durata dei corsi è variata. Il classico corso trimestrale (settembre-dicembre) è stato accompagnato da diverse nuove modalità. Innanzitutto, spopola la formula annuale del corso, nata dal fantasma dell’esame senza codici commentati, che si concentra sull’approfondimento delle tematiche giuridiche attraverso lezioni frontali stile universitario. Vi sono poi le formule opposte, in cui si cerca di concentrare tutto l’esercizio in due settimane “full-time” focalizzate più sull’esercizio pratico.

Vi è tuttavia un secondo fattore che ha causato la nascita di tutti questi corsi: sono estremamente redditizi. Il costo del corso di preparazione classico trimestrale va dai 1.500 ai 2.500€. Per il corso annuale le cifre arrivano fino a 3.000€, mentre per i mini corsi le cifre si aggirano attorno agli 800€. Di fronte a questa ingente spesa, peraltro chiesta a ragazzi che ancora non hanno il titolo e il cui stipendio ne risente, i corsi cercano di venire incontro ai partecipanti offrendo sconti per i ripetenti (essere bocciati all’esame di Stato è tutt’altro che infrequente) ovvero in corrispondenza di pagamenti anticipati o in soluzione unica. Un'altra modalità di risparmio consiste nella possibilità di frequentare il corso solo "online", non partecipando fisicamente alle lezioni.

Quel che è certo è che la domanda è tanta, al punto che i corsi registrano ogni anno un aumento degli iscritti e puntano ad aprire sedi in sempre più città. E nemmeno lo spettro dell’esame senza codici commentati, che costringerebbe a un ripensamento importante della formula offerta (l’emendamento di rinvio ha spostato la questione al 2020) può far tremare il business, che anzi riesce sempre a reinventarsi e a offrire un’offerta adeguata. 

 


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