«Nel 2005 la media ormai consolidata di affidamenti all'esterno di incarichi legali era del 75% a fronte, quindi, di appena il 25% di cause affidate ad avvocati del settore legale. Oggi siamo passati al 12,7% di conferimenti all'esterno». Sono questi i bilanci relativi all'Avvocatura regionale presentati mercoledì, 28 dicembre, dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e da Nicola Colaianni, coordinatore dell'Avvocatura. Con una riduzione di oltre il 60% del ricorso alla consulanza esterna, i risulati raggiunti in sei anni dalla struttura, secondo Vendola, sono «straordinari».
Prima della costituzione della struttura autonoma dell'Avvocatura, infatti, la Regione aveva solo un ufficio legale, con implicazioni economiche notevoli per le casse pugliesi. «Abbiamo trovato una giostra di spese pazze e una lievitazione ingovernabile di questo tipo di spesa», ha spiegato il governatore, aggiungendo che «avere un'Avvocatura regionale vera è un passo epocale». A supportare Vendola, i numeri forniti dall'avvocato coordinatore Nicola Colaianni. Sui risparmi, per esempio, ha rimarcato il cambio di passo nell'aver approvato la delibera che stabilisce il metodo della pattuizione iniziale con gli avvocati. «In questo modo - ha detto - siamo in grado di individuare subito il compenso e nel tempo anche a quantificarne il risparmio, cosa che non si è riusciti a fare fino ad ora perché la parcella dell'avvocato esterno si pagava soltanto alla fine del mandato. La spesa relativa agli acconti pagati agli avvocati si è ridotta del 60%, che in cifra significa 360mila euro di acconti all'anno contro una media degli ultimi tre anni di 604mila euro».
Analizzando complessivamente tutte le spese relative al ricorso alla consulenza esterna, Vendola ha parlato di «un risparmio notevole di decine di milioni di euro. Un contributo importante per superare un periodo di crisi».
Unica nota dolente della struttura, l'organico, che Colaianni ha stimato essere sottodimensionato di un terzo. «Uno dei prossimi obiettivi - ha concluso - è quello di indire concorsi per riempire questo vuoto che riguarda non soltanto gli avvocati ma anche i dipendenti amministrativi».